ARTICOLO 18, UN FALSO OBBIETTIVO

Il “dietrofront” del governo dei professori sul fronte dell’Articolo 18, conferma sostanzialmente i dubbi di chi aveva denunciato che si trattasse in realtà d’una sorta di coniglio di pezza dietro al quale tutti correvano, un false flag, una sorta di falso obbiettivo.

Mentre avanza quatta quatta l’erosione dei salari, delle liquidazioni, degli ammortizzatori sociali, delle pensioni…

L’avvenire del nostro mondo del lavoro, secondo i nostri governanti è probabilmente il “modello cinese”, tanto apprezzato nella recente visita asiatica dallo sceriffo di Montingham. Molto più flessibile rispetto alla rigidità del nostro, che disincentiverebbe gli investimenti cinesi in particolare, e stranieri in generale.

Quanto sta emergendo attorno all’Art. 18 (che comunque non copre la maggioranza dei lavoratori italiani) ha tanto il sapore di un brodino tiepido che permette ai complici di questo governo delle banche e delle tasse (Udc, Pdl, Pd, Fli, sindacati e compagnia cantante) di rimanere aggrappati ad una illusoria forma di rappresentanza e di potere contrattuale per residuali concessioni formali.

Vietato affrontare il problema di una struttura pubblica italiana elefantiaca, disfunzionale, scarsamente efficiente, che genera passivi, ma inviolabile (e non pensiamo ad una “terapia greca” per il risanamento, basterebbe una logica e rigida ristrutturazione). Idem sul versante defiscalizzazione e sburocratizzazione per le imprese, strozzate dalle tasse, dal credit crunch (una stretta creditizia sia in termini di quantità erogata che di costi applicati), dai ritardi dei pagamenti della P.A. e persino dagli usurai. Le imprese italiane vedono sempre più nero, strette in una morsa ferale che spesso porta alla chiusura o al fallimento, se non addirittura ad atti estremi come lo stillicidio di suicidi che si sta registrando in questi giorni.

Sviluppo e rimonta economica restano chimere, anche perché il vero assente nelle riforme è il sistema bancario. Anzi, no. Le Fondazioni bancarie non pagheranno l’Imu, la tassa sugli immobili. Lo hanno deciso le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che hanno bocciato un emendamento al Dl fiscale. Le Commissioni hanno infatti votato in conformità alle indicazioni del governo secondo il quale “le fondazioni sono associazioni benefiche”!!! Quasi che le Fondazioni bancarie fossero la stessa cosa delle vecchie Casse di Risparmio “Enti morali” di qualche decenni fa…In compenso l’Imu lo pagheranno gli anziani ricoverati negli ospizi.

L’obbiettivo, quello vero, è invece duplice, e va probabilmente cercato sia nella direzione del saccheggio dei risparmi degli italiani attraverso il prelievo fiscale (che serve, tra l’altro, a rastrellare quanto più denaro possibile per soddisfare la quota di 125 miliari di euro che l’Italia deve versare per la sua partecipazione al “Meccanismo Europeo di Stabilità”!) più alto del mondo occidentale – un attacco quindi alla famiglia, unico autentico ammortizzatore sociale – sia in quella della svendita dei residui gioielli dei settori strategici nazionali (Finmeccanica, Eni, Snam, per citare i principali). Il continuo richiamo alla necessità di rendere appetibili gli investimenti stranieri in Italia, nasconde in realtà la volontà di assecondare le mire predatorie (altro che privatizzazioni!) dei mandanti dei Monti boys. Gli ultimi sussulti di sovranità l’Italia li esercita proprio attraverso le imprese del settore energetico, della tecnologia militare ed aereospaziale, lo sanno bene gli agenti antinazionali e i loro padroni.

Altro che Italia del bunga-bunga!

Luca Zampini

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