COMMISSARIAMENTO, GOVERNO TECNICO, SVENDITA

Prima c’è stato il bombardamento ad opera di certa stampa e magistratura che ha paralizzato Berlusconi (che comunque ci ha messo del suo) sul piano politico e comunicativo. Poi la macchina propagandistica e la campagna di delegittimazione “anti-casta” (come se ce ne fosse solo una e quella politica fosse il problema dei problemi) che ha eretto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a contraltare virtuoso ed unica istituzione credibile e legittima, tanto da catapultarci in una Repubblica presidenziale (quella sempre auspicata dalla destra…) senza passare attraverso riforme costituzionali o elettorali.

Infine il terrorismo dei mercati e il commissariamento del governo Berlusconi decretato da Francoforte e Bruxelles, che ha imposto un governo “tecnico” di banche e finanza internazionale per rendere i conti dell’Italia compatibili con le esigenze della BCE, della Commissione Europea e del fondo Monetario Internazionale.

Legittimazione attraverso la volontà popolare: zero!

Come in Grecia, anche in Italia l’alta finanza ha espresso il capo del governo.

L’appoggio al governo dei poteri forti (e reali) è stato pressoché sovietico nei numeri da parte del potere virtuale (quello dei palazzi romani) che ha abdicato da tempo alla sovranità politica e monetaria.

E non a caso il plauso è stato assolutamente bipartisan, esattamente come il partito dell’anti-Nazione.

Ci siamo ritrovati da una “repubblica democratica fondata sul lavoro” (così almeno in teoria) ad una “repubblica presidenziale fondata sui mercati e sullo spread” (in pratica).

Ora però viene il bello.

Chi non è di memoria troppo corta potrà ragionare sulle analogie tra la caduta della cosiddetta prima Repubblica (clima di delegittimazione politica, campagna mediatica strumentale, speculazione finanziaria, intervento della magistratura, panfilo Britannia al largo di Civitavecchia, governo “tecnico” Amato…privatizzazioni) e quella del governo Berlusconi.

Guarda un po’ la fatalità, ma dall’insediamento di Mario Monti “Santo subito” (almeno per quelli che stappavano champagne all’annuncio di dimissioni del Berlusca), nelle Borse si registra una preoccupante diminuzione del valore delle azioni di alcune aziende pubbliche; come per miracolo (d’altronde è un Santo…) il Capo del governo ha ottenuto una moratoria di un mese da Bruxelles (Commissione Europea) per modificare la legge sulle golden share (istituto giuridico che mira a tutelare l’interesse nazionale in quelle società che si occupano di settori di rilevante importanza…vi dice niente?); curiosamente poi, con un sincronismo tutto “italiano”, la magistratura fa le pulci a certe faccende di Finmeccanica.

Combinando quanto sopra con le dichiarazioni rilasciate durante la presentazione del nuovo business plan dall’amministratore delegato della holding di armamenti, elettronica, segnalamento, trasporti, etc., Giuseppe Orsi, sull’impegno assoluto di deconsolidare AnsaldoBreda e sui colloqui in merito con alcuni player internazionali del settore, oltre all’annuncio di vendita di Breda Menarini (non si capisce bene se per le oggettive difficoltà del mercato del lavoro o se per far fronte ai crolli in Borsa), credo che il timore circa una svendita del residuo patrimonio nazionale dei settori strategici, sia tutto fuor che frutto di “complottismo”.

Aspettiamo novità sul fronte Eni ed Enel…

È arrivata una banda di prestigiatori della finanza che anziché fare gli interessi degli italiani faranno quelli delle banche, della Banca Centrale Europea e dei templi speculativi della City e di Wall Street.

Ma non aspettatevi risposte dai Bersani, Alfano, Bossi, Casini, Di Pietro, Fini, Rutelli, Vendola, Grillo e compagnia cantante, loro devono pensare ad altro, fanno i camerieri!

Luca Zampini