LA MANOVRA “SALVA” ITALIA…E AFFOSSA ITALIANI

Ormai la manovra è entrata in vigore e direi, senza timore di essere smentita, che quei paventati miracolosi effetti che dovevamo ottenere, se non altro sui mercati finanziari internazionali, di sicuro non si sono visti. Non mi soffermo sul fatto che mentre gli italiani non riescono a trovare i soldi per arrivare alla fine del mese il Governo è molto più preoccupato di finanza internazionale che di noi, sarebbe fin troppo facile trovare critiche e obiezioni a questo comportamento e sparare sulla croce rossa non è nel mio stile.

Volevo invece soffermarmi su alcuni aspetti di questa manovra che mi sembra siano passati un po’ in sordina sulla grande stampa nazionale ma che penso siano quelli che più colpiranno, o meglio stanno già colpendo, le nostre tasche. Parlo ad esempio delle aumentate accise sui carburanti che già stiamo pagando da mesi. Non bastavano quelle già aggiunte di recente, ad esempio per le spese di sostentamento ai migranti quando poi loro, o meglio alcuni di loro, si permettono di incendiare i centri di accoglienza perché non di loro gradimento ( a proposito non ho più sentito parlare dell’emergenza, ovviamente perché è tutto risolto e non ne sono più arrivati giusto?), ora ci è stato imposto un ulteriore aumento che ha ormai reso l’uso dell’auto quasi un lusso. Certo potremmo tentare di usare meno la macchina, anche se per il 90% delle persone ormai non ci sono alternative se vogliono recarsi sul posto di lavoro. Il reale problema però è un altro e mi sembra che nessuno, per prime le varie associazioni a tutela dei consumatori, lo abbia sottolineato adeguatamente. L’aumento del costo del carburanti, assieme a quello recentemente approvato sulle tariffe autostradali, inciderà inevitabilmente sul prezzo di tutti i beni di consumo. Le merci vanno trasportate fino ai punti vendita e se il costo di questo trasporto aumenta l’equazione è presto fatta. Qualcuno potrebbe obiettare che si dovrebbero incentivare mezzi di trasporto alternativi come il trasporto su rotaia dimenticando però che, già così, il nostro sistema ferroviario è al collasso e c’è un piccolo ostacolo che si chiama Appennini che impedisce di sviluppare in tempi rapidi le linee. Ad aggravare la situazione dei prezzi ci si metterà anche l’IVA che per effetto dell’art.10 del dl n.201/2011 dal primo ottobre 2012 salirà di altri 2 punti percentuali. Ad aumentare questa volta sarà anche l’aliquota del 10%, che, tra gli altri, riguarda anche i prodotti alimentari considerati non di prima necessità, i servizi bar ecc., che passerà al 12%. Ci hanno detto che è una manovra di natura transitoria, dimenticandosi però di specificare che se entro il 30 settembre 2012, cioè entro meno di 9 mesi, non sarà attuata una riforma fiscale tale da assicurare un’entrata per lo Stato pari all’aumento delle aliquote IVA, questa misura diventerà non solo definitiva ma le aliquote in questione saranno aumentate a partire dal 01 gennaio 2014 di un ulteriore 0,5%. La storia del nostro Paese ci insegna 2 cose, non si è mai vista una riforma fiscale equa ed efficace prendere vita in meno di 9 mesi, e nulla è più definitivo di un’imposta transitoria.

Sia per quanto riguarda le accise che l’IVA siamo in presenza di imposte indirette che certamente sono le più immediate e facili da riscuotere ma che, da sempre, la maggior parte degli economisti ha definito come le più inique in quanto gravano su tutti nello stesso modo senza nessun tipo di distinguo per quanto riguarda la situazione o il reddito di chi le deve versare, ritengo non ci vogliano tutti i professori attualmente al Governo per capire che un aumento del costo del pieno di benzina di 10 euro è molto più penalizzante per un pensionato che per un ricco industriale!

Anche l’introduzione dell’Imu non ci è stata raccontata esattamente com’è. Inutile perdere tempo per far capire a certa gente, con tenori di vita completamente slegati dalla realtà della maggior parte degli italiani, che l’abitazione principale si avvicina molto più ad un bene di prima necessità che ad un reddito o patrimonio da tassare, ovviamente con i dovuti distinguo, chi ha l’abitazione principale in un attico di 200 mq in centro qualche euro di tassa li può anche pagare. Certo le aliquote che saranno applicate saranno più o meno le stesse già in vigore con l’Ici, peccato però che le rendite catastali su cui saranno applicate verranno rivalutate del 60%, se aumenta uno dei fattori della moltiplicazione ovviamente anche il risultato…

Il tutto è reso ancora più antipatico, per usare un eufemismo, dal fatto che nessuno si è sognato di mettere le mani sulla cedolare secca sugli affitti. Ricordo infatti che, attualmente, chi è proprietario di una o più case date in locazione paga solo il 21% sugli affitti che percepisce mentre l’aliquota Irpef minima è del 23% per redditi inferiori o uguali a 15.000 euro lordi annui, poco meno di 1̇̇̇̇.000 euro netti al mese. Quindi chi è proprietario di svariate case e, senza alcuna fatica, vive degli affitti che prende, in percentuale paga meno imposte di un lavoratore o di un pensionato. Tutto ciò è giustificato da un tentativo di contrasto al fenomeno degli affitti in nero, perché forse incrociare i dati delle utenze domestiche, le residenze denunciate alle anagrafi dei vari comuni o addirittura chiedere alle banche che comunichino i recapiti a cui inviano le comunicazioni dei loro clienti, visto che ormai le stesse hanno l’obbligo di comunicare all’agenzia delle entrate qualunque movimentazione finanziaria, e verificare eventuali incongruenze con i contratti d’affitto registrati era troppo difficile, molto meglio abbassare le tasse ai grandi proprietari immobiliari e sperare nella loro buona volontà e ,nel mentre, per far tornare i conti, tassare indistintamente tutti i proprietari di casa, compresi gli anziani con pensioni da fame che ai loro tempi, quando ancora era possibile, sono riusciti a comprare un appartamentino senza ricorrere ad un mutuo, giustamente orgogliosi di esserci riusciti e del fatto che un giorno potranno lasciare qualcosa ai loro figli, o compresi quei lavoratori dipendenti che, avendo la fortuna di avere un lavoro a tempo indeterminato, hanno deciso di affrontare un mutuo per avere una casa di proprietà e che adesso si vedono tassi di interesse alle stelle e sono inoltre costretti a pagare una tassa su quello che per loro sarà un debito almeno per i prossimi vent’anni.

È proprio su di noi persone normali con un reddito medio o basso che gli effetti della manovra saranno più duri, ci costerà di più acquistare qualunque cosa, dalla benzina al pane, dall’autostrada all’energia elettrica, dal gas per cucinare e scaldarci alla tazzina di caffè al bar, pagheremo una tassa su un bene di prima necessità quale la casa o ci vedremo rivalutare di anno in anno gli affitti che paghiamo in base a livelli di inflazione sempre più alti, ci sono state aumentate le ritenute sui redditi (0,33% in più di addizionale regionale per tutti indistintamente)…perdonatemi se quando sento parlare di manovra equa mi si accappona la pelle come quando sento urlare una bestemmia.

Raffaella

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