LO SCIPPO DEL TFR: ATTO II

Renzi gioca a fare il prestigiatore…sulla nostra pelle e con i nostri soldi!

Con una mano finge di dare e con l’altra toglie, a conti fatti, più di quello che ha dato.

Oggi, tra un tweet ed un selfie, la nuova “magia” riguarda la proposta di lasciare in busta paga la quota mensilmente accantonata dai lavoratori per il Trattamento di Fine Rapporto (Tfr), la liquidazione insomma. Quella vecchia e cara buonuscita che viene elargita in caso di licenziamento (anche giustificato), di dimissioni o di normale pensionamento; è un indennizzo calcolato in base agli anni di attività lavorativa del dipendente (pubblico o privato) presso il datore di lavoro.

Progetto Nazionale ritiene irricevibile la proposta di Renzi e della sua accolita di spensierati yuppies.

Questo governo, così come quello di Monti e Letta che lo hanno preceduto e di cui rappresenta una linea di continuità, sta cercando di mettere le mani sui nostri risparmi, in tutte le loro forme.

Dopo la furbata degli 80€, ci cascheranno ancora gli italiani?

Pubblichiamo qui di seguito un articolo sull’argomento del Responsabile della linea politica di Progetto Nazionale, Manuel Negri (Consigliere comunale a Reggiolo).

Buona lettura.

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LO SCIPPO DEL TFR: ATTO II

Il progetto di mettere in busta paga il Tfr risulta l’ennesimo tentativo di attacco al Paese produttivo da parte di questo governo, sempre più vicino agli interessi del sistema bancario quanto lontano dalle reali esigenze di lavoratori e aziende che rappresentano, al di là degli artificiosi parametri finanziari, i veri soggetti protagonisti dell’economia reale incarnata da una miriade di piccole e medie imprese.

La strampalata idea lanciata da Matteo Renzi, unitamente al resto, susseguentemente al ritorno dal viaggio negli Usa dove ha incontrato i principali centri nevralgici del potere, Cfr (Council on Foreign Relations) in testa, è stata respinta all’unanimità da tutte le categorie produttive come un suicidio per le imprese.

A conti fatti, le imprese dovrebbero pagare mensilmente il Tfr in busta paga con un aggravio di circa 13 miliardi l’anno sul sistema; soldi che non ci sono, soldi che oltre il 90% delle stesse aziende non ha e che si vedrebbe costretto ad andare a chiedere al sistema bancario a costi e condizioni esorbitanti, senza considerare l’enorme difficoltà di accesso al credito; quindi, ammesso di trovarli, dovrebbero anche pagarci gli interessi, naturalmente con enorme vantaggio dei soliti noti.

Secondo Renzi, in questo modo, dovrebbero risultare le imprese i soggetti atti a stimolare la ripresa della domanda che, per i soloni di Palazzo Chigi, potrebbe favorire il rilancio dei consumi.

Ma siamo proprio sicuri che anche i lavoratori ne trarrebbero vantaggio?

Premettiamo che il Tfr è nato per alimentare la previdenza integrativa del lavoratore, per garantirne un futuro. Già questo aspetto è stato attaccato dall’ultimo governo Prodi che, unitamente al ministro del Lavoro Cesare Damiano, allora presidente del Fondo pensionistico Cometa, il principale del settore dei metalmeccanici, si inventò la facoltà di dirottare il Tfr verso fondi pensione privati gestiti da banche e compagnie assicurative, sottraendo liquidità alle imprese.

Non vorrei ora che ci spacciassero il Tfr in busta paga come un aumento di stipendio, senza ricordare e precisare al lavoratore che questi sono già soldi loro! Chi ci assicura poi, che se viene messo in busta paga, questa somma non diventi oggetto di tassazione ad aliquota Irpef su cui doverci pagare le tasse ?

Inoltre oggi il Tfr viene rivalutato dell’1,5% annuo oltre al 75% calcolato secondo i dati dell’aumento dell’inflazione forniti dall’Istat, mentre indirizzandolo in busta paga lo Stato ne verrebbe avvantaggiato risparmiando anche questi interessi.

Il tutto a discapito di impresa e lavoratore.

Ci chiediamo come sia possibile rilanciare i consumi aumentando la tassazione e gravando ulteriormente sulla carenza di liquidità che già affligge il sistema economico-produttivo.

Ma non preoccupatevi, ci sono gli 80 euro in più.

Siamo sicuri?

Mettendo il Tfr in busta paga ci saranno dei lavoratori che andranno oltre la soglia del bonus; allora cosa succederà, lo manterranno o verrà loro tolto?

Occorre solamente sperare nella coerenza di Renzi; cioè che come tutto il resto, questo rimanga solamente un annuncio…

 Manuel Negri

Responsabile linea politica

Progetto Nazionale

Salvadanaio-rotto

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