Abbiamo già scritto altrove che lo ius scholae è uno ius soli mascherato, l’asso nella manica della sinistra progressista; ed è per questo che è allarmante quando il centrodestra rimane ambiguo su questo tema o addirittura quando si registrano inquietanti aperture, fatte per calcolo elettoralistico, per compiacenza verso il sistema mediatico dominante o per smarcarsi in una competizione intestina alla coalizione, poco importa.
Fatto sta che appena si registra un cedimento su quel fronte Elly Schlein & co. non si fanno pregare e rimettono in piedi il loro solito format, già consolidato in tema di unioni civili, immigrazione clandestina e utero in affitto: creare situazioni di fatto da mettere sulla bilancia della politica nazionale, caricandole di urgenza e/o emergenzialità.
Sta accadendo anche per la questione ius scholae laddove alcune scuole particolarmente sensibili all’agenda politica progressista hanno tirato fuori dal cilindro (di illusionismi in fondo si tratta) lo “ius scholae onorario”: certificati di cittadinanza ad honorem, di nulla rilevanza giuridica ma strumentali alla creazione di casistiche che creino pressione sul governo di turno in senso legislativo. Il tutto condito col carico di emotività di facile presa quando di mezzo ci sono i bambini e la menzogna dei “diritti negati”.
La scuola “ben orientata” propone, l’amministrazione compiacente – meglio se a guida Pd – approva e avvia la pratica; pratica, lo ribadiamo, fittizia, di valore giuridico zero, però…
Succede a Bologna, succede a Torino; altrove (Vicenza, Padova, Verona) la strada, per ora, è quella delle mozioni per la riforma della cittadinanza ai minori stranieri.
Emblematiche le dichiarazioni di alcuni sindaci sempre dell’area del centrosinistra, come quello di Rimini Jamil Sadegholvaad (Partito Democratico), che ritiene lo ius scholae «una strada giusta e saggia» o quello di Crema Fabio Bergamaschi (sempre Partito Democratico) per il quale «È una sfida che accettiamo volentieri, mi piace pensare che i Comuni possano fare da leva su questo tema, raccogliendo sfide che sul piano nazionale tardano ad arrivare».
Altrettanto emblematici alcuni passaggi di un evento tenutosi a Verona. Ci riferiamo al convegno presso l’auditorium della Gran Guardia, inaugurazione dell’anno scolastico 2024-2025 dal titolo “Creare Contesti Inclusivi”(1), rivolto a maestre e maestri (rarissimi) dei Nidi e della Scuola dell’Infanzia della città scaligera; presente l’Assessore Pd Luisa La Paglia (Politiche educative e scolastiche, Biblioteche, Edilizia scolastica, Salute e servizi di prossimità) intervenuta in conclusione dei lavori, che in una intervista all’emittente Telenuovo ha dichiarato: «Noi li consideriamo cittadini italiani e italiane a tutti gli effetti e cerchiamo di rimuovere ogni ostacolo non solo reale ma anche percepito(2) a questa mancanza di cittadinanza quindi vorremmo spronare il governo a far sì che arrivi anche l’atto formale di cittadinanza che in molti casi aiuta sui diritti fondamentali». La voce narrante del servizio recita anche: «La società cambia e quindi i Servizi Zerosei del Comune di Verona seguono questo cambiamento e offrono momenti di confronto su temi come l’inclusione di famiglie e bambini con background migratorio e di difficoltà. Si parla anche di ius scholae, un diritto fondamentale per il Comune di Verona».
Non c’è niente da fare, a quelli del Pd non frega nulla di strumentalizzare anche i bambini immigrati o figli di immigrati per le loro mire politiche; eh già, i bambini…chi non prova empatia verso i cuccioli di uomo? Fare leva sull’emotività! Solo quando conviene, però.
D’altronde sono sempre gli stessi pronti a puntarti il dito, a farti la moralina, a mostrificarti, a chiederti l’abiura, ad accusarti di strumentalizzare tragedie come quella di Sharon Verzeni perché l’assassino è un “nuovo italiano”, quando proprio loro sono i primi a speculare sul colore della pelle quando hanno cavalcato la presenza di due atlete di origine africana tra le 13 componenti della squadra di pallavolo femminile vincitrice dell’oro olimpico a Parigi.
Progetto Nazionale – Verona
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Note:
(2) Curioso che per gli amministratori del centrosinistra veronese vi siano percezioni e percezioni. Sono da irridere sarcasticamente quelle dei cittadini in tema di degrado, insicurezza e problemi collegati alla presenza immigratoria fuori controllo, mentre sono da tenere seriosamente in massima considerazione le presunte e non meglio specificate percezioni di chi non ha ancora ottenuto la cittadinanza italiana, minori in primis.