Identità-Comunità-Potenza
Lo scorso sabato 5 aprile abbiamo avuto il piacere di partecipare da spettatori alla XII conferenza annuale dell’Institut Iliade, ma soprattutto abbiamo avuto l’onore di seguire dal vivo il lancio ufficiale della gemmazione italiana dell’esperienza francese, l’Istituto Eneide (per maggiori informazioni è possibile consultare il sito https://istitutoeneide.it/).
Uomini e donne, giovani e vecchi, famiglie, bimbi, in un clima rilassato e di convivialità, riuniti nella splendida struttura del centro congressi della Maison de la Chimie.
È stata una giornata piena ed intensa di immersione in una qualificata esperienza intellettuale (tipicamente francese) di altissimo livello, che non ha eguali in Europa, e al contempo piacevoli ore trascorse tra variegate realtà dell’esagono; tante sfumature (culturali, spirituali, politiche, artistiche, etc.) di un quadro complesso e unitario al tempo stesso, stimolante, intrigante, arricchente.
Tantissimi gli interventi dei relatori su numerosi aspetti legati al focus della giornata in una enorme sala conferenze su due piani, sempre affollata durante tutti gli interventi susseguitisi; noi abbiamo ascoltato ed apprezzato uno dei due interventi di nostri connazionali, nello specifico quello di Carlomanno Adinolfi intitolato “Lavoro, civilizzazione e avvenire” e, come già detto, l’ufficializzazione della novella avventura culturale di ricerca e formazione dell’Istituto Eneide, lanciata dal presidente Pierluigi Locchi alla presenza sul palco dello stesso Carlomanno Adinolfi e di Marco Scatarzi delle Edizioni Passaggio al Bosco.
Il fine settimana parigino ci ha permesso anche, come “turisti selettivi”, di ammirare alcune testimonianze della Grandeur francese – ispirata in tutta evidenza, quantomeno estetica, anche dalla romanità – e in contemporanea respirare quell’appartenenza originaria comune, seppur diversamente declinata. Abbiamo percepito aleggiare spirito d’Europa anche qui, in uno dei luoghi di punta del progressismo e dei guasti dell’immigrazione extraeuropea e dell’utopia integrazionista. Ma è un problema, in misura diversa, di tutti gli europei, e con il quale tutti dobbiamo fare i conti, volenti o nolenti.
In questa ottica fanno sorridere amaramente le beghe bottegaie e di consorteria, e comunque di retroguardia, i “sovranismi” nazionali fuori tempo e luogo, le antipatie (vere o presunte) tra genti e nazioni dalla comune radice e con un piede già nel baratro. Se non si traccia quanto prima, alla velocità della luce, la strada della sintesi e del superamento per un futuro originario di potenza, per edificare la casa dei nostri figli, la pena già scritta è quella della nostra scomparsa definitiva.
Baltikum
Domus Scaligera – Verona
Due momenti dell’evento parigino