NELLA BELLA VERONA, OV’È LA SCENA

«L’amore è bensì una nebbia sollevata con il fumo dei sospiri e se questa si dissipi è un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti e se sia contrariato non è che un mare nutrito dalle lacrime di quegli stessi amanti. E che cos’altro può mai esser l’amore, se non una follia molto segreta, un’amarezza soffocante e una salutare dolcezza

Poche righe che però travolgono, emozionano, lasciano senza fiato. È un passo di Shakespeare, da “Romeo e Giulietta” (“The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet”).

Poche righe di un’opera che ha fatto letteralmente innamorare il mondo. Le vicissitudini di due giovani innamorati, legati da un amore fortissimo ma impossibile che si conclude nella tragica morte suicida di entrambi. Era il cinquecento e la scenografia che Shakespeare dà alla sua tragedia è Verona. C’è chi dice che lo abbia fatto per omaggiare Caio Valerio Catullo, il poeta veronese a cui Shakespeare si ispirava spesso, legatissimo anch’egli alla tematica dell’amore, quello per la bella Clodia, un altro amore impossibile.

Non tutti sanno che la forza, la bellezza e la tragicità dell’opera “Romeo e Giulietta” non avrebbero mai avuto l’impatto che hanno sulla città di Verona, se non fosse stato per lo storico veronese Antonio Avena che, da forte sostenitore della tutela del patrimonio artistico e architettonico della città scaligera, capì che era importante collocare la tragedia shakespeariana in luoghi che potessero essere ammirati dai visitatori, altamente scenografici e suggestivi anche se non propriamente rispettosi della verità storica.

Una volta che mito e realtà storica si fondono, ecco che il balcone dal quale Giulietta si affacciava per dialogare con il suo amato Romeo fu individuato in un edificio duecentesco a metà Via Cappello, ora la frequentatissima, amatissima e conosciutissima a livello mondiale, Casa di Giulietta. Quasi un luogo di culto, dove chi si ama viene in pellegrinaggio, mosso dalla curiosità, ma anche dalla voglia di immedesimarsi in quella storia d’amore di fronte a quel balcone così romantico.

La calca di turisti in attesa di entrare nel cortile della casa per vedere il fatidico balcone è quasi una costante. È facile finire imbottigliati in mezzo a trenta Giapponesi, tutti rigorosamente con la maglietta-souvenir di Verona, che attendono di fotografare il luogo e di essere immortalati insieme alla statua, nella classica posa con la mano su uno dei seni di Giulietta che sembra essere di buon auspicio.

C’è chi si scioglie in dolci sospiri e chi si infastidisce perché questa faccenda della Casa di Giulietta non sarebbe altro che una mercificazione dei sentimenti, una tappa demenziale dall’attinenza storica dubbia: un fumettone insomma.

Potremmo sicuramente dare un giudizio in merito e concordare parzialmente con gli scettici. Parzialmente però, perché non possiamo tralasciare il fatto che la Casa di Giulietta è una risorsa turistica ed economica non trascurabile, essendo appunto tra le maggiori attrazioni cittadine per il grande pubblico (piaccia o meno). E con questo dato una amministrazione comunale (qualsiasi amministrazione comunale) deve “fare i conti”.

Molte attività commerciali ruotano intorno alla frequentazione di questo luogo e anche questo aspetto, visto anche il contesto di crisi economica, dev’essere tenuto presente in una valutazione complessiva della recente polemica ruotante intorno all’ipotesi di cambiare la via d’accesso al cortile della Casa di Giulietta, e alla eventuale presenza di soggetti privati nell’operazione.

È innegabile che i servizi d’accoglienza a questo luogo debbano essere più efficienti e che alcune carenze, quali l’ingresso caotico, il degrado causato dalla maleducazione e da mode discutibili dei visitatori, la necessità di servizi igienici, l’accesso per i disabili, solo per citarne alcune, debbano essere affrontate.

Secondo noi, una considerazione sulla potenzialità progettuale che potrebbe venire anche dal privato, per sviluppare eventi e cultura attorno a questo sito che ne aumentino le potenzialità, andrebbe comunque fatta.

È importante, per mantenere l’affluenza a questo sito così turistico e prolifico di ricchezza, che si trovi una soluzione che coinvolga tutte le parti interessate, salvaguardando comunque il carattere pubblico.

Serve una soluzione concertata che tenga pragmaticamente in considerazione anche l’eventuale intervento privato, come previsto da alcune proposte avanzate finora e purtroppo mai approfondite in tutti gli aspetti di interesse generale quali: una eventuale prima fase di sperimentazione del progetto approvato, l’eventuale creazione di un marchio ufficiale, l’eventuale pubblicità esterna/interna al nuovo percorso, una destinazione percentuale degli introiti comunali per riqualificazione e migliorie degli interni della Casa di Giulietta, etc..

Si tratta di azioni volte a produrre benefici su molteplici fronti; azioni che però non possono imperniarsi solo sull’aspetto economico prescindendo dall’aspetto culturale (come giustamente lamentato dal Direttore artistico del Teatro Nuovo, Paolo Valerio).

Il nostro auspicio è che si proceda nella direzione di una soluzione largamente condivisa dalle parti, al fine di riuscire a dare a questo luogo l’importanza che Shakespeare con il suo genio, Avena con la sua lungimiranza e le migliaia di semplici turisti con la loro ingenua ricerca di avvicinarsi a un mito, gli hanno regalato.

Progetto Nazionale – Verona

Circolo “Domus Scaligera”

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