L’OTTO DI MARZO

Festa autentica o battaglia rivendicativa del “popolo rosa”?

La sensazione è quella della fiaba preconfezionata, della gentile concessione forzata, tra infiniti e falsati dibattiti, manifestazioni e mobilitazioni, coronate dall’orgia di mimose, dalla marea di auguri di plastica, dallo svago in libera uscita. La solita emorragia di parole, “condizione”, “diritti”, “parità”, “quote”, “dignità”; frasi a tempo (24 ore, 1 giorno…) buttate là alla rinfusa.

Il tutto unto da un’istituzionalità sempre più dura da digerire.

Quanto sono lontane le parole di una donna vera, avanguardista e provocatrice come Valentine De Saint-Point, autrice del “Manifesto delle Donne” e della “Lussuria”.

«Invece di ridurre l’uomo alla schiavitù degli squallidi bisogni sentimentali, spingete i vostri figli e i vostri uomini a superare sé stessi. Voi li avete fatti. Voi potete tutto su di loro. All’umanità dovete degli eroi. Dateglieli».

Frasi che potrebbero suonare come autentiche bestemmie.

Può oggi la Donna vivere senza rinnegare la natura, facendone anzi un punto di forza, senza complessi d’inferiorità e interpretando la propria femminilità in maniera autentica, lontano dalle distorsioni materialistiche che ne inquinano il vivere quotidiano?

Come già seppero fare femmine geniali come la De Saint-Point, Leni Riefenstahl o le eroiche ammazzoni del Servizio Ausiliario Femminile…

 Baltikum

                                                                             

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