L’UNIONE DEL DEBITO

L’ombra mortifera del Meccanismo Europeo di Stabilità si sta approssimando sulle nostre teste, il cittadino ignora, non se ne rende conto. Dietro questo sottaciuto acronimo, M.E.S. (o E.S.M. all’anglosassone), si cela però una pietra tombale per le ultime piume di indipendenza dei Popoli d’Europa i cui Stati decideranno di ratificarlo.

Pochissimi ne parlano, noi tra questi. Ringraziamo qui il nostro dirigente nazionale Manuel Negri (Progetto Nazionale/La Destra) per la lucidità, la preveggenza e la determinazione con cui, da sempre, puntualmente ci indica il baratro del sistema bancario e finanziario.

Da Italiani, da Europei, da Cives e non da sudditi, da Uomini e non da numeri, dobbiamo pretendere che non si dia seguito all’attuazione del M.E.S., questo irricevibile organismo finanziario intergovernativo cui va attribuito il cosiddetto fondo “salva stati”.

Tutto questo richiede politici con i nervi saldi, le idee chiare e soprattutto tanto amore per l’Italia, come ha giustamente sottolineato Adriano Tilgher.

Ce ne sono oggi al Governo, vi chiediamo noi?

Luca Zampini

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L’UNIONE DEL DEBITO

Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), tanto poco pubblicizzato dai media di regime, non è altro che l’ennesima propaggine dell’attuazione delle linee guida del Trattato di Maastricht e del Trattato di Lisbona; il completamento che sancisce l’ennesima creazione di una istituzione non eletta da nessuno, ma che si arroga il diritto di segnare il destino di milioni di cittadini europei e probabilmente delle generazioni future, in un’Europa sempre meno democratica e sempre più in balia dei potentati economico-finanziari.

Il MES, un organo permanente, è nato dalla sottoscrizione dei ministri delle Finanze dei 17 paesi europei che hanno aderito, con l’intento di far sborsare ai cittadini centinaia di miliardi di euro, a vantaggio dei fondi di salvataggio dell’euro (EFSM e EFSF) e di soffocare i parlamenti nazionali, già ampiamente esautorati dalle loro funzioni principali; in particolar modo in campo economico-monetario.

Gli Stati aderenti al MES, le cui singole legislazioni nazionali rimangono subordinate a questo Trattato, si impegnano incondizionatamente a pagare qualsiasi somma irrevocabilmente alla richiesta.

Il MES è composto appunto dai 17 ministri delle Finanze dei 17 paesi membri, oltre a tre ‘osservatori’: il membro della Commissione Europea Responsabile per gli Affari economici e monetari, il Presidente dell’Eurogruppo e il Presidente della Banca Centrale Europea.

Come ben vedete, tutti organismi non eletti, i cui rappresentanti non sono stati scelti da nessuno e che la maggior parte della gente nemmeno conosce.

Lo stesso organismo e tutti i suoi membri godono inoltre, per privilegio comunitario, della totale immunità davanti a qualunque provvedimento giuridico; la mera espressione insolente ed arrogante di una dittatura permanente dotata della più totale impunità.

Un’opera degna di un vero e proprio colpo di Stato, in cui per l’ennesima volta, assistiamo alla presa ed al controllo reale del potere attraverso la limitazione dei Parlamenti nazionali democraticamente eletti per i quali non è previsto nemmeno alcun diritto di veto; un colpo di stato realizzato in 17 paesi contemporaneamente.

Il frutto di un disegno strategico intessuto nei salotti ovattati della cupola bancaria con l’obiettivo, proprio attraverso anche quest’organismo, di svuotare le casse degli Stati, senza che i parlamenti possano opporvisi e creare, alimentare e condurre la crisi per prendere il potere.

È proprio quando un Paese viene indebolito, soprattutto da difficoltà economiche e sociali e versa in uno stato di disorganizzazione generale che i potentati economico-finanziari possono riordinare gli affari a loro piacimento.

Un copione già messo in scena dai sostenitori del liberismo selvaggio, già applicato in molti altri paesi: una volta creato il panico ed un allarmismo esasperato, i parlamenti accettano le misure di emergenza e via che si rastrellano le risorse dal mercato, da famiglie ed imprese, per destinarle ai banchieri. Prima le banche originano il problema, pianificano, alimentano e conducono la crisi, poi beneficiano dei finanziamenti di emergenza; tanto le perdite le pagano sempre i cittadini.

Anche in Italia copione rispettato: “è necessario fare dei sacrifici” ci hanno detto, “dobbiamo aumentare le tasse”. Ma le tasse imposte dal governo Monti servono davvero ad uscire dal baratro e ad evitare il famigerato ‘default’ o verranno utilizzate per altro?

Servono invece per corrispondere la cifra di € 125˙395˙900˙000 al nuovo organo sovranazionale europeo; perché questa è la quota che dovrà corrispondere l’Italia. Ecco quindi come verranno utilizzati i soldi ricavati dalle manovre finanziarie che è venuto ad imporci, richieste a gran voce proprio dagli organi sovranazionali europei; qualcuno ricorda forse la famosa lettera della BCE?

Ma dopo Budapest e Atene ora tocca a Roma!

Manuel Negri

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