Giovedì sera si è tenuto in Piazza delle Erbe il comizio di chiusura della campagna elettorale di Padova Sociale, sigla dietro cui si sono raccolte varie realtà patavine di quella che alcuni definiscono destra radicale, ma che per chi scrive sono invece, più semplicemente, dei grandi eterni innamorati della loro città e della loro identità.
Anche i circoli veronesi di Progetto Nazionale hanno voluto portare una propria delegazione a sostegno del candidato sindaco Bruno Cesaro e degli altri suoi concittadini che con lui hanno condiviso questa splendida avventura.
Attraversando i suoi vicoli e le sue piazze, ammirandone i maestosi palazzi, pensieri e riflessioni affollavano la mia mente.
Padova è una bella città, il suo centro trasuda arte, storia e cultura in ogni dove; Padova non merita di essere – com’è da troppo tempo a questa parte – oltraggiata, abbruttita, lordata e degradata dall’operato e dalla presenza di gente che non la ama, che la stupra idealmente (usandola a mo’ di laboratorio per utopie socio-politiche dagli esiti nefasti) e che non meriterebbe nemmeno di calpestarne il suolo.
Ma Padova, la Padova dei padovani (fieri come noi veronesi), che noi conosciamo e sappiamo apprezzare pur nelle rivalità a volte assai accese dell’Italia dei campanili, saprà vivere malgrado tutto, e saprà vivere anche al di sopra degli esiti elettorali, finché a portarla nel cuore e nella mente ci saranno uomini e donne come i coraggiosi di Padova Sociale, a cui va il nostro in bocca al lupo.
A Bruno, a Giordano, a Donato, a Marco e a tutti gli altri.
Baltikum
Un europeo del Veneto