CASO “COSTAGRANDE”: NON È ACCETTABILE LA LOGICA, IL METODO, E NEMMENO L’INERZIA DEGLI AMMINISTRATORI

Assurge in questi giorni alle cronache locali, in seguito all’eco delle vicende di Casale San Nicola (RM), Quinto di Treviso (TV) ed Eraclea (VE), la preoccupante vicenda degli immigrati ospitati nella tenuta Costagrande (ex collegio universitario Don Mazza e centro per ritiri spirituali, ora Costagrande Srl del noto immobiliarista Delaini). La vasta tenuta (circa 30 ettari) si trova in un estremo lembo del territorio di Grezzana che confina con Verona (sopra Avesa) e Negrar (Montecchio). A gestire i servizi d’accoglienza a Costagrande la Onlus di Bussolengo Spazio Aperto, presieduta da Lucia Zanoni.

In realtà i media locali ne avevano già parlato ad inizio giugno quando una cinquantina di immigrati era stata sistemata nella proprietà da poco acquistata dal Delaini.

Oggi questi presunti profughi sono ben oltre 200, ma ci sono forti e fondati timori che il loro numero sia destinato a crescere sensibilmente, forse a raddoppiare a breve termine.

Quello che preoccupa i residenti, soprattutto quelli della 2^ Circoscrizione (Borgo Trento, Avesa, Quinzano, Parona, Valdonega, P.te Crencano) è il via vai lungo le strade che portano a Verona dell’elevato numero di stranieri (soprattutto africani ma non solo), che interessa zone tranquille e isolate e quindi di difficile controllo; piaccia o meno si tratta di presenze poco rassicuranti perché sconosciute.

Non è questione di demonizzare o santificare gli immigrati a prescindere.

Qui le questioni che si scontano sulla pelle dei cittadini sono ben altre, assai pericolose ed egualmente inaccettabili:

La LOGICA secondo cui per un malinteso senso di solidarietà, piagnona e buonista, se un poveraccio a migliaia di chilometri da casa nostra non se la passa bene, allora deve automaticamente sentirsi legittimato a trovar fortuna qui (in Veneto, in Italia, in Europa…), e noi tenuti ad accoglierlo senza batter ciglio.

Secondo questa logica idiota, sciagurata ed irresponsabile, milioni di disperati e disagiati dovrebbero riversarsi nelle nostre terre, con tutte le ricadute del caso, che già oggi, giorno dopo giorno, iniziano ad emergere nella loro complessità e drammaticità!

Un festival del volemose ben per la piena soddisfazione dei mercanti di schiavi, che non sono solo le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico e le rotte, ma anche tutti coloro che nel mondo delle chiese, dell’industria, della politica, della cultura, degli “accoglitori professionali” delle cooperative bianco-rosse (l’unica economia che si è riusciti a rilanciare tra Palazzo Chigi e Vaticano), incoraggiano e sostengono questa immigrazione selvaggia devastante.

Il METODO dell’arrivo di immigrati sul territorio, diventato una trattativa a porte chiuse Stato-privato, di cui la vicenda “Costagrande” è solo uno dei tanti esempi d’applicazione in provincia di Verona (del Veneto e d’Italia).

In Veneto c’è già più di mezzo milione di immigrati su una popolazione di 5 milioni scarsi di abitanti. Le strutture pubbliche sono sature, le risorse finite, e la maggioranza dei veneti dice basta.

E cosa fa allora lo Stato?

Mobilita i prefetti e ricorre alla disponibilità dei privati, col risultato che:

  1. a) le amministrazioni vengono aggirate, tagliate fuori e messe di fronte al fatto compiuto, ma devono comunque successivamente far fronte con le proprie magrissime risorse (laddove ve ne siano ancora) alle ricadute sociali-economiche-culturali dell’invasione;
  2. b) il privato che si fa avanti offrendo le proprie strutture ricettive ci guadagna in misura direttamente proporzionale al numero di immigrati che riesce ad ospitare; la questione diventa un affare, e più l’affare s’ingrossa più aumenta il rischio che la vicenda criminale e vergognosa “Buzzi-Mafia Capitale” faccia scuola.

Ci sono già albergatori che si lamentano pubblicamente, una volta scaduto il periodo di assegnazione dei presunti “profughi”, per i mancati ricavi che la loro permanenza garantiva (http://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/turismo-hotel-vuoto-profughi-incasso-1.1154366);

  1. c) lo Stato paga per ogni immigrato una cifra quotidiana che si aggira tra i 35-40 euro, e sono soldi pubblici, soldi dei contribuenti (fatevi da soli i conti della serva per vedere quanto ci costano i “Costagrande” di turno…senza contare le cifre milionarie per i costi militari, di Polizia, sanitari, carcerari, burocratici, etc.), sottratti ad altre emergenze e necessità nazionali: agli ospedali, agli asili nido, ai ricoveri per gli anziani, all’edilizia scolastica, alla ricerca, agli investimenti per lo sviluppo e l’occupazione!

Nessun buon padre di famiglia toglierebbe dissennatamente il pane dalla bocca dei propri figli per nutrire i figli di sconosciuti; oggi questo è divenuto lo Stato: un pessimo padre di famiglia fuori di senno.

  1. d) l’iter da parte dei richiedenti asilo per ottenere lo status di profugo/rifugiato è lungo e laborioso, il che incide sui tempi della loro permanenza nelle strutture e sui costi dell’accoglienza. Pochi mettono in rilievo che chi fugge da guerre, da carestie, da feroci dittature, solitamente porta con sé ciò che ha di più caro: la famiglia. La stragrande maggioranza della massa che entra in Italia è costituita da maschi, giovani, forti…In Veneto alla fine delle verifiche 8 su 10 non risultano avere le caratteristiche ed i requisiti per essere considerati “profughi” o “rifugiati”…

L’immigrazione e l’eventuale accoglienza sono fatti che riguardano l’intera comunità, non è quindi giusto ed equo che diventino questione tra lo Stato e alcuni privati cittadini, che per necessità, calcolo o inclinazione personale traggono benefici scaricando i costi sulla collettività!

L’INERZIA o il silenzio eventuale di quegli amministratori che, pur palesemente limitati nelle possibilità concrete ed efficaci d’intervento, non pongono in essere tutte le azioni di controllo, verifica e contrasto possibili a tutela della comunità che rappresentano.

Fanno bene quei governatori e quei sindaci che rispondono no ai diktat dell’accoglienza, perché è umiliante ed irricevibile uno Stato che mantiene e fa funzionare le proprie prerogative giuridiche e strutturali non a favore del popolo, ma per depredarlo, vessarlo, defraudarlo e reprimerlo.

Fermo restando che per noi di Progetto Nazionale, l’immigrazione non è una questione semplificabile nello schema sicurezza-integrazione, ma un fenomeno tragico e negativo da affrontare e contrastare alla radice, per la salute delle identità.

Difendere la propria civiltà e il proprio futuro è un dovere.

Luca Zampini

Coordinatore provinciale – Progetto Nazionale Verona

Costagrande_iniziative di protesta_L'Arena_20-07-2015

L’Arena, lunedì 20 luglio 2015, Cronaca  pag.10

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One comment

  1. grande articolo, assolutamente condiviso. Complimenti al Sig. Luca Zampini.
    Se c’è bisogno di dare una mano per risolvere questa situazione contate su di me

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