C’È CHI VORREBBE TOGLIERCI ANCHE DANTE ALIGHIERI

Qualche giorni fa il Corriere della Sera titolava: «Dante antisemita e omofobo. La Divina Commedia va tolta dai programmi scolastici», riprendendo un allarme sollevato da “Gherush 92”.

“Gherush 92” è un ente che il Corriere definisce come una «organizzazione di ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale per il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU e che svolge progetti di educazione allo sviluppo, diritti umani, risoluzione dei conflitti».

 Ma continuiamo a leggere i deliri di “Gherush 92” per bocca della presidente Valentina Sereni: «Studiando la Divina Commedia – sostiene Gherush92 – i giovani sono costretti, senza filtri e spiegazioni, ad apprezzare un’opera che calunnia il popolo ebraico, imparano a convalidarne il messaggio di condanna antisemita, reiterato ancora oggi nelle Messe, nelle omelie, nei sermoni e nelle prediche e costato al popolo ebraico dolori e lutti».

 E ancora: «È nostro dovere segnalare alle autorità competenti, anche giudiziarie, che la Commedia presenta contenuti offensivi e razzisti che vanno approfonditi e conosciuti. Chiediamo, quindi, di espungere la Divina Commedia dai programmi scolastici ministeriali (…). In alternativa, alcune parti del poema andrebbero espunte dal testo».

 Un perfetto esempio di filosofia da psico-polizia orwelliana!

 Dubito, dopo aver letto quanto sopra, che enti come “Gherush 92”, potendolo fare, rinuncerebbero a processare il notorio Alighieri Dante in forza della legge Mancino: antisemita, omofobo, maschilista, reazionario, imperialista…e chi più ne ha più ne metta.

 In un famoso processo politico di qualche tempo fa ci fu un Procuratore che, se avesse potuto, avrebbe processato anche Platone…

 A questo punto, illuminato da cotanta scoperta, mi sorge il dubbio che Israele stia procedendo all’eliminazione fisica e culturale dei Palestinesi in quanto in quei luoghi sia particolarmente diffusa la lettura del grande Fiorentino!

 In realtà, questi pruriti censori, tutt’altro che innocenti e disinteressati, indicano il vero rischio della tirannide del “politicamente corretto”: quello di annacquare la ricchezza delle diversità culturali e la pluralità con l’imposizione di un “pensiero unico”.

 Nella ipocrita e pretestuosa sfida alle intolleranze di certe vestali dei “diritti umani”, si cela un fanatismo talmente intollerante che farebbe impallidire la Santa Inquisizione.

 Le accuse rivolte a Dante risultano insopportabili e insultanti rispetto ad un irrinunciabile patrimonio della nostra cultura nazionale.

 Effettivamente la “scorrettezza politica” dell’Alighieri era già nota all’epoca, e non risparmiava papi, vescovi, cardinali, gran signori, ricchissimi borghesi usurai e falseggiatori di moneta (come gli attuali speculatori finanziari), insomma la più rispettabile classe dirigente dell’epoca. E noi, quella “scorrettezza politica”, ce la teniamo stretta.

 Luca Zampini

                                                                              

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