CHIAREZZA: TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Comunicato

CHIAREZZA: TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

20 ottobre 2015

In questo particolare momento, dove si sente l’estremo bisogno che Destra e Centro-destra trovino una sintesi, di dialogo e di prospettive progettuali per costruire qualcosa di veramente alternativo al Governo Renzi, si preferisce invece continuare con le schermaglie interne, le reciproche (e oggettivamente ormai stucchevoli) accuse e i giudizi sommari.

Per quanto riguarda Progetto Nazionale, non si annotano ormai più le richieste di spiegazioni in merito all’alleanza politica con il movimento Fare di Flavio Tosi.

Le recenti dichiarazioni rilasciate da Flavio Tosi in concomitanza della visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi a Verona, hanno ovviamente generato malumori ed incomprensioni a catena, frutto, molto probabilmente, di una comunicazione quantomeno lacunosa ed inopportuna, sulla quale gli avversari e i detrattori hanno facile gioco, tra interessate distorsioni e continue faziosità.

Il dialogo, prevalentemente di carattere amministrativo, che si registra tra Tosi e Renzi si è verificato in maniera non molto dissimile tra lo stesso Renzi e Luca Zaia (com’è normale avvenga tra chi governa città-provincia-regione e governo centrale), con tanto di pacche sulle spalle come si conviene tra veri “amiconi”, senza però che questo destasse particolari reazioni di scandalo.

Non vogliamo qui scendere nella ormai stancante diatriba delle puntualizzazioni su altrui frasi ed affermazioni estrapolate, non sempre in buona fede, da contesti più articolati.

Diatribe che ovviamente investono di riflesso Progetto Nazionale alla luce dei rapporti politici e amministrativi che da tempo intercorrono tra noi e Civica per Verona-Tosi sindaco (prima) e movimento Fare (attualmente).

Rapporti che, ribadiamo ancora una volta, se da un lato vedono coinvolti alcuni componenti di Progetto Nazionale, dall’altro sono improntati all’indipendenza di giudizio ed azione rispetto alle compagini tosiane.

In politica occorre anche saper distinguere gli aspetti contingenti, quelli accessori ed aver ben chiaro il concetto di alleanza (che non può esserci se non tra soggetti non omologhi ma aventi alcuni tratti caratteristici e scopi comuni, e/o per ragioni di necessità e opportunità). Occorre altresì avere la chiara consapevolezza delle azioni che si articolano in una strategia complessiva ed in una più funzionale tattica.

Per tattica si intende ciò che riguarda “la singola azione che deve pur tener conto di tutti i vincoli pratici e contingenti di essa”, mentre per strategia “la descrizione di un piano d’azione di lungo termine usato per impostare e successivamente coordinare le azioni tese a raggiungere uno scopo predeterminato”.

Va quindi compresa ed assimilata la differenziazione sostanziale tra convergenze tattiche ed asservimento organico.

Sul piano istituzionale occorre mantenere posizioni volte alla salvaguardia della concretezza e del pragmatismo ai fini del bene comune, evitando qualsiasi forma di mero ostruzionismo fine a sé stesso, in quanto riteniamo che i provvedimenti e le decisioni che investono la crescita del Paese vadano affrontati, discussi ed eventualmente condivisi in maniera responsabile, giudicando sterili e controproducenti gli atteggiamenti “barricaderi” a prescindere. Questo non significa accettare ed ingoiare tutto in maniera acritica come fece la componente “di destra” in più di un’occasione nei governi passati; è chiaro però che come responsabilità intendiamo esclusivamente quella nei confronti del Paese, non solo nell’affrontare le riforme costituzionali come ad esempio la legge elettorale e la revisione del bicameralismo su cui è anche possibile trovare convergenze; ma soprattutto la tutela del patrimonio valoriale storico-culturale e sociale.

Tra gli altri, nello specifico, rigettiamo sterili provvedimenti ed inefficaci palliativi nei confronti del fenomeno immigratorio, per il quale riteniamo utile solo ed esclusivamente il blocco totale dei flussi in entrata; radicale riforma del mondo della scuola sul piano culturale e non semplicemente su quello finanziario; tutela dell’intero settore agroalimentare contro le imposizioni iperliberiste del TTIP; lotta serrata a strumenti coercitivi come Equitalia e riforma del sistema creditizio a favore delle PMI.

Riforme queste fondamentali per poter “ricostruire” le basi per il rilancio del Paese.

Noi non siamo tra quelli che sbraitano nelle piazze e cambiano atteggiamento dentro il palazzo o nelle istituzioni locali. Da molto tempo notiamo che c’è sempre chi invoca di voler ergersi a paladino degli interessi del Paese per poi sposare, votando in Parlamento, ogni porcheria possibile: dal Mes al Fiscal Compact, dall’abolizione del reato di clandestinità all’introduzione dello Ius soli, preparandosi a sostenere la legge sulle adozioni omosessuali, intrufolando nei vari decreti la teoria Gender…tra le incapacità di molti parlamentari nel comprendere proprio dove essa si cela.

Purtroppo, dal grande centrodestra berlusconiano, dai più di 100 parlamentari di maggioranza, non è uscita una sola minima cosa che si potesse realmente definire di Destra…e i soggetti “di destra” che lo sostenevano all’interno del calderone del PdL non si sono mai, diciamo mai, distinti per essersi battuti in qualcosa che in qualche modo li potesse far ricordare positivamente, a partire dallo sviluppo e dalla promozione della nostra cultura e delle svariate figure che l’hanno rappresentata e la rappresentano.

Quando è stato il momento di porre ai voti i sopracitati accordi capestro come il Mes e il Fiscal Compact vi sono da registrare, oltre alle assenze, molti favorevoli, che ci fanno comprendere l’asservimento a dettami provenienti dall’alto vista la mancata azione anche di semplice impennata di orgoglio. Tutti “yes men” di Berlusconi, ai quali e per i quali non potrà mai esserci la nostra fiducia.

In casa Lega Nord, invece, occorre soffermarsi sulla figura del suo leader, per ora buon comunicatore…e basta. Di concreto, per quel che lo riguarda, esiste una vasta carrellata di variopinte felpe e magliette, le alleanze con i tanto odiati del NCD e compagnia centrista che gli tengono la stampella nelle amministrazioni locali per mantenere in piedi la maggioranza…e la firma sul catastrofico Trattato di Lisbona che tanto dice, oggi, di avversare. Mentre le ruspe non si muovono ancora…

In franchezza, ci preme più andare alla sostanza e alla concretezza delle cose senza troppi pregiudizi. Non ce ne vogliano i leghisti o altri animati da genuino spirito di militanza e fede politica, che rispetteremo, pur nelle rispettive e talvolta irriducibili differenze, come sempre abbiamo fatto.

Servono figure nuove, dal passato pulito e dalle buone capacità amministrative, come primo punto di partenza.

Poi, probabilmente, potranno esserci ancora delle nuove e diverse alleanze – e me lo auguro in tutta sincerità – anche se i soggetti politici magari non muteranno, purché però siano alleanze chiare, rispettose della reciproca indipendenza, all’insegna della trasparenza e della franchezza…come nel caso di Progetto Nazionale con il movimento “Fare” di Flavio Tosi.

DIREZIONE NAZIONALE

“PROGETTO NAZIONALE”

http://www.pieropuschiavo.it/articoli/politica/25-chiarezza-tra-passato-presente-e-futur

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