FIGURE E FIGURACCE ESTIVE

In questo incessante frinire di cicale, ci sembra di vederlo Caronte, evocato dal nome dell’anticiclone africano, alitare su di noi un caldo torrido dagli occhi di bragia e battere col remo qua e là sulle nostre disgrazie in questa travagliata estate.

Per giorni e giorni non si era parlato che di Grecia. Alla fine il “salvataggio” è arrivato sotto forma di nuovi prestiti per pagare gli interessi delle banche e il risultato del referendum di Tsipras ha portato solo alla firma di un nuovo accordo peggiore del primo.

Così si è tornati ad occuparsi di immigrazione la quale, nonostante la tendenza dei media a non fare chiarezza, continua, facendo registrare nuovi disastri in mare e la crescente insofferenza della gente per l’arrivo di ondate di clandestini in cerca di qualcosa che nel loro Paese non trovano, e che la stragrande maggioranza di loro non troverà nemmeno da noi. L’Europa latita e l’Italia non ha la forza di chiedere per la posizione economica sempre sotto controllo stretto e per l’assoluta disorganizzazione-incapacità mostrata nel gestire il fenomeno di questa “emergenza” senza fine, che ha tutti i connotati dell’invasione ben sponsorizzata. È impossibile guardare certe immagini in televisione e non pensare alle parole dell’intellettuale marxista Diego Fusaro: “Il nemico non è chi ha fame ma chi affama; chi getta nella disperazione i popoli e non chi è disperato; chi costringe gli esseri umani a fuggire, non chi fugge; chi provoca l’immigrazione, non chi la subisce.”…e ancora “ In accordo con le politiche dell’ospitalità delineate da Derrida, i singoli migranti debbono certo essere soccorsi, in quanto esseri umani e, per di più, parti dell’umanità sofferente. E, tuttavia, l’immigrazione deve essere combattuta e non favorita, giacché essa è prodotta dalle stesse logiche deterritorializzanti del fanatismo mondialista dell’economia”…Per le vie deserte attorniate di case con serrande abbassate non ci interroghiamo su quando avrà fine ma su quale sia il fine, di tutto questo.

Si torna a parlare anche di Marò: la vicenda dei Due Fucilieri di Marina, Latorre e Girone facenti parte del Nucleo Militare di Protezione in funzione anti-pirateria per conto del governo italiano sulla petroliera italiana Enrica Lexie.

Sì, perché l’India ha fatto sapere che si opporrà al ricorso presentato dall’Italia all’arbitrato internazionale di fronte al Tribunale Internazionale del diritto del mare di Amburgo. Il procuratore aggiunto generale P.S Narsimha ha infatti dichiarato che “Solo l’India ha la giurisdizione di perseguire crimini avvenuti nel Paese”.

È veramente incredibile che dopo tre anni e mezzo, il governo italiano, sbeffeggiato ancora una volta dall’Europa che ricorda in questo caso di non poter intervenire nelle beghe fra un Paese membro e uno al di fuori, si faccia umiliare per l’ennesima volta dall’India in una faccenda che avrebbe già dovuto avere una soluzione da tempo.

Fermi tutti perché la Farnesina, asciugandosi le gocce di sudore dalla fronte, ha fatto sapere che questa volta l’Italia farà valere con determinazione le sue ragioni e…e…

È ancora più incredibile che il nostro Paese si divida fra innocentisti e colpevolisti, come nei talk show di Bruno Vespa.

Quelli che non se la sentono di constatare l’incapacità totale del governo di “sinistra” a gestire il caso, per paura di essere tacciati di nazionalismo, dicono che i due Marò hanno fatto fuori due poveri pescatori senza farsi tanti scrupoli (teorema accusatorio).

Queste buone persone evidentemente pensano che i pirati, in mezzo al mare, quando vogliono assalire una imbarcazione, abbiano cura di calarsi una benda sull’occhio e di mettere un coltello fra i denti.

Qualche benda calata sugli occhi di questa vicenda, in cui le domande sono superiori alle risposte, la potrebbe togliere la lettura del valido “IL SEGRETO DEI MARÒ” a firma Toni Capuozzo, di recente editato da Mursia.

Intanto nel caos totale della Libia, vengono sequestrati quattro tecnici italiani che lavorano presso la società Bonatti di Parma, general contractor nel settore di Oil & Gas.

Fonti di intelligence italiana ritengono che i 4 malcapitati siano in mano alle organizzazioni degli scafisti, mentre il ministro Gentiloni parla di indagini a 360 gradi.

Le uova nel paniere di Gentiloni vengono prontamente rotte dal governo libico di Tobruk che smentisce le fonti italiane e afferma di sapere che i quattro tecnici sarebbero in mano a criminali comuni e coglie l’occasione per aggiungere alcune considerazioni: l’Italia non ha fatto mai nulla per collaborare con il governo di Tobruk, né per quanto riguarda il terrorismo, né per quanto riguarda l’immigrazione, nonostante le richieste dello stesso, allineandosi con un’Europa sorda e completamente assente, invece di rispondere come era suo interesse, alle richieste di collaborazione e di investimenti per gestire queste due terribili realtà.

A suo tempo si era parlato di mandare addirittura Prodi, come esperto della realtà libica, a sondare le possibilità di collaborazione ma poi non se ne fece più nulla.

Tempismo perfetto è quello invece della ministra Pinotti la quale in questi giorni ci comunica, con il suo serafico stile, di essersi accorta che “L’Isis è un pericolo concreto e non vorrei che lo si stesse sottovalutando” e che “Io spero tanto che non sia necessaria una missione col rischio di costi umani, ma potrei trovarmi costretta a doverlo fare”, un po’ come quando nel famoso quiz televisivo invece di dare la soluzione giri la ruota, lasciando di stucco il pubblico a casa che si meraviglia tu non sappia ancora la soluzione.

Per non farci mancare nulla in fatto di figuracce, ecco che il personale di Alitalia decide di scioperare nel pieno di massimo traffico di turisti e vacanzieri e a Pompei il personale chiude la porta in faccia ai visitatori per partecipare ad un’assemblea sindacale.

Renzi definisce la situazione scandalosa e parla di difendere il sindacato da se stesso. Anche lui dovrebbe difendersi da se stesso. Lo abbiamo visto scodinzolare con moderazione e rispetto attorno alla Merkel, avendo cura di prendere le distanze dallo sconforto di Tsipras e le ire funeste di Varoufakis. Lo abbiamo sentito affermare che il referendum greco era fra l’euro e la dracma, quando anche i bambini sanno che non era questo ma piuttosto a favore o contro le politiche di austerità imposte dalla Troika.

Tralasciamo di commentare le affermazioni che se Marino e Crocetta non sanno governare vadano a casa, finalizzate a designare due soli capri espiatori, quand’è del tutto evidente il coinvolgimento del suo partito in manifeste situazioni di malgoverno.

Ma l’apoteosi delle figuracce estive la raggiunge con la riedizione in salsa rancida del patto con gli italiani, di berlusconiana memoria. Sì, almeno quella, se la poteva e ce la poteva risparmiare.

Emma Stepan

Caronte

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