IL SIGNIFICATO UNIVERSALE DI ROMA

Le freschissime novità governative con le cupissime prospettive in tema di ius sanguinis e di identità, ci inducono a tornare sul significato profondo di Roma e della sua fondazione (che è qualcosa che va oltre il compleanno della città), alla sua valenza mitica e simbolica, alle nostre origini indoeuropee.

Lo facciamo pubblicando in questo spazio due articoli degli amici dell’Associazione Culturale Raido, che come tutte le valide iniziative del sodalizio tradizionalista non ci trovano indifferenti.

Ancor più oggi, in un momento di carenza di indirizzi sani ed autentici, con l’uomo che non riesce a pensare a niente altro da sé, trascinato verso la dissoluzione mondialista.

Buona lettura

Baltikum

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Roma, Orma, Amor

Il mito del Natale di Roma con le sue particolari vicende offre alcuni spunti di riflessione.

La Tradizione Romana è innanzitutto la manifestazione particolare della Tradizione Primordiale, non è archeologia o letteratura, non è l’oggetto di studi accademici da parte di storici delle religioni, ma è una realtà Eterna e Universale.

Attraverso Roma ci si può collegare alla Tradizione, si può farla vivere e renderla attuale in ogni luogo e in ogni tempo. Perché oltre ad una Roma che è “morta”, fatta di rovine e di arte nei musei, esiste una Roma che è vita, esempio e insegnamento perenne. Questa Roma mantiene intatta tutta la sua forza rivoluzionaria, ovvero la possibilità per l’uomo di ritornare alle origini e di rifondare il collegamento con la realtà sacra.

Romolo e Remo, al pari delle coppie di gemelli divini presenti in tutta la mitologia delle civiltà indoeuropee, sono nati dall’unione del dio Marte con la vestale Rea Silvia, per significare che nella persona è presente una natura divina e immortale e una natura umana e mortale. Entrambi sono i due volti di una stessa realtà: da una parte, Romolo, l’eroe che supera la prova e che restaura l’Ordine sacro, dall’altra, Remo, il titano che la stessa prova fallisce per mancanza di qualificazione.

I due gemelli rappresentano la lotta tra Spirito e materia, tra Universale e individuale, tra Ordine e disordine, tra luce e tenebra, tra legge e trasgressione, tra disciplina e devianza. È il confronto tra la Tradizione, espressione della Verità e della Giustizia, di contro alla Sovversione, espressione della menzogna e della sopraffazione.

La vicenda di Romolo e Remo è la vicenda dell’uomo stesso. Romolo è l’elemento spirituale che ha fondato dentro di sé l’Ordine divino, colui che ha dato una regola e segnato un limite. Remo, al contrario, rappresenta la parte umana, o se si vuole anima-le dell’uomo, la sua sostanza vitale fatta di passioni, istinti, paure, desideri, sentimenti, incapace a darsi una disciplina.

La sua ribellione è lo slancio vitale proprio dell’elemento umano, l’atto sacrilego che non conosce regola; per questo, una volta oltrepassato il limite, Romolo inflessibile lo punisce con la morte. Romolo – il Sé – elemento spirituale, è gerarchicamente superiore a Remo – l’io – l’elemento umano, quindi è legittimato ad agire – fondare Roma – e a punire i colpevoli, per ristabilire l’Ordine – l’Imperium.

Nella lotta quotidiana del Sé e dell’io, con l’uccisione della parte egocentrica, arbitraria e soggettiva, al di là di tempo e di spazio, noi fondiamo Roma nella nostra esistenza.

Roma Orma Amor, Roma impronta di Amore: seguendo l’esempio di Roma si realizza l’Amore, il Sacro. Questa è la missione di Roma, mettere ordine dove regna il caos. Questa è la nostra sfida e la nostra scelta: rettificarci, fare della nostra vita una’azione sacra – un sacrum facere – fondare in noi l’Universalità di Roma, mettendo a tacere la parte ribelle, caotica e bestiale. Solo sconfiggendo il nostro “ego” saremo in grado di attualizzare nel momento presente la forza rivoluzionaria di Roma, solo elevandoci ad una visione spirituale e sacra sapremo far rivivere nel tempo presente Roma, solo incanalando la tensione nell’azione sacra saremo in grado di porre a fondamento il mistero sacro dell’universalità di Roma.

FONTE: http://www.azionetradizionale.com/2013/04/21/roma-orma-amor-3/

Il simbolo di Roma

Oggigiorno si è soliti rapportarsi a Roma come ad una mera città turistica le cui rovine e monumenti non rappresentano nient’altro se non un’occasione per farsi immortalare in una foto ricordo mentre si è in vacanza. Complice di questa attitudine errata oltre alla superficialità della gente, troppo indaffarata per guardare oltre le contingenze e il quotidiano,  gli stessi storici contemporanei che fedeli come sono allo scientismo, pretendono di insegnarci  ciò che trascende l’approccio empirico. Eccoli allora attribuire la grandezza di una volta della Roma imperiale alla fortuna o all’addestramento militare senza riconoscere le motivazioni spirituali profonde e l’idea universale di cui si fece interprete.

Nell’antico Impero romano essi vedono solo la vastità territoriale non l’Ideale che dominava queste terre. Loro guardano al passato per le speculazioni intellettualoidi fine a se stesse e per i potenziali fini pratici nel presente, possibilmente commerciali, mentre a noi ci interessa il tempo trascorso fin quanto c’è su di lui il riflesso dell’eterno. Come scrive Plutarco, Roma “non avrebbe potuto assurgere a tanta potenza se non avesse avuto, in qualche modo, origine divina, tale da offrire agli occhi degli uomini, qualcosa di grande e di inesplicabile”.

Diversamente dall’attuale Unione europea fondata sull’ideale materiale dell’interdipendenza economica dei popoli e sull’ideologia dell’individualismo assoluto di cui la dichiarazione dei diritti dell’uomo ne è il manifesto, la Roma imperiale incarnò la spiritualità ardente e virile portatrice di luce rappresentata dai valori di Ordine, Eroismo, Virilità, Volontà, Gerarchia, Aristocrazia e Impero. Roma, prima ancora di vincere la piccola militare guerra santa si era proposta di vincere la Grande guerra santa tracciando un modello di uomo e di stato fondati su principi di ordine superiore quali l’Onore e la Fedeltà. “Roma era fondata sulla parola data” (R. Sermonti).

Alla stregua di un atleta che può avere i muscoli più definiti che vuole e che non sarà mai in grado di vincere se dentro di se non arde innanzitutto di una volontà positiva, virile, e sana di superarsi, allo stesso modo le ben addestrate legioni romane sarebbero servite a ben poco senza un ideale Sacro a monte delle loro campagne militari di cui farsi i messaggeri.

Il 21 Aprile si festeggia il Natale di Roma, occasione ulteriore per meditare sul Mito di Roma “forza formatrice della realtà che si palesa in gesta, avvenimenti ed anche istituzioni le quali per tale via assumono un significato simbolico” (Evola).

Nico di Ferro

FONTE: http://www.azionetradizionale.com/2013/04/20/il-simbolo-di-roma/

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