«Mare Nostrum» è un servizio di trasporto a domicilio:
– utopico: solo un demente irresponsabile potrebbe pensare di risolvere i mali del Terzo e Quarto Mondo accogliendo tutti gli afflitti di quei luoghi;
– insostenibile: nei soli mesi di giugno e luglio si sono registrati 46.000 immigrati sbarcati – in tutto il 2013 erano stati 43.000 – e da inizio anno, secondo l’Unhcr, si è già superata quota 100.000;
– criminale: perché la criminalità organizzata si fa ricca con l’immigrazione, gestendo il mercato di uomini, della droga, della merce contraffatta, della prostituzione, etc.;
– sciagurato: l’incremento delle morti in mare è testimoniato dalle cronache giornalistiche;
– che ci costa una follia: l’operazione «Mare Nostrum» costerebbe oltre 9 milioni di euro al mese, come ha affermato il Ministro dell’Interno Angelino Alfano lo scorso aprile, senza specificare quale voci compongano la stima governativa…più recentemente il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha affermato che la spesa pubblica è lievitata nel corso dei primi 5 mesi dell’anno di ben 800 milioni di euro tra costi militari e dispositivo d’accoglienza, che fanno 160 milioni mensili…;
– incentivante le partenze verso l’Italia: i numeri ufficiali forniti da Frontex, agenzia Ue per la gestione della cooperazione alle frontiere esterne degli Stati membri, sono drammatici: nei primi 4 mesi del 2014 c’è stato un aumento dell’823% di arrivi verso l’Italia rispetto allo stesso periodo del 2013; un’Italia divenuta approdo ormai privilegiato alla luce dell’atteggiamento opposto di altre nazioni rivierasche come Spagna, Francia, Grecia, Malta, Cipro…
«Mare Nostrum» è una bestemmia innanzitutto contro la nostra storia. Il Mediterraneo era sì mare nostrum, ma lo era quando, poco più che un lago interno, a solcarlo erano le flotte da guerra e commerciali dell’Impero Romano. Quando Roma trasmetteva civiltà, diritto e gloria. Quando a Roma (piaccia o meno) o ti ci alleavi o ti schiantava. Allora sì il Mediterraneo era “nostrum”!
«Mare Nostrum» è una bestemmia verso i lavoratori italiani. In Italia, contrariamente al resto delle nazioni Ue-28, secondo le statistiche Eurostat 2013 sui dati occupazionali, il tasso di occupazione tra gli immigrati non Ue (60,1%) è superiore a quello dei cittadini italiani (59,5%), nonostante il fatto che negli ultimi 5 anni l’occupazione tra gli immigrati sia notevolmente diminuita (-9 punti rispetto a una riduzione inferiore a -3 punti sul totale complessivo dei lavoratori).
«Mare Nostrum» è una bestemmia per la nostra sicurezza e salute. Agevolando l’arrivo di un numero enorme di immigrati, ai quali con palesi e non sempre efficaci sforzi si tenta di assegnare identità, provenienza e status certi, «Mare Nostrum» ha permesso la ricomparsa di patologie da lungo tempo debellate nella nostra terra, mettendo a rischio la salute in primis degli operatori sanitari, delle forze dell’ordine e di tutto il personale che viene a contatto con gli immigrati in prima accoglienza; «Mare Nostrum» ci ha altresì esposto in maniera rilevante al rischio di infiltrazioni terroristiche (allarme lanciato ad inizio anno dall’allora Ministro degli Esteri Emma Bonino, ma evidenziato anche in più occasioni da sindacati di Polizia).
«Mare Nostrum» è una bestemmia dal punto di vista morale. Venuti meno gli accordi bilaterali tra l’Italia e alcuni Paesi della sponda africana del Mediterraneo, e venuto sostanzialmente meno il tiepido strumento disincentivante del reato di clandestinità, l’aumento enorme dell’immigrazione va ad ingrassare il business dell’accoglienza; un affare da 2 milioni al giorno secondo una inchiesta di Repubblica del dicembre 2013: più immigrati ci sono e più restano nei vari centri di accoglienza, centri di identificazione ed espulsione e centri per richiedenti asilo, più i “professionisti dell’accoglienza” si spartiscono la torta, grazie alle gare bandite dal Viminale, che genericamente vengono aggiudicate con un ribasso medio del 30% sulla base d’asta. Il risultato? Servizi di vivibilità spesso minimi, centri stipati ben oltre la capienza stimata, tanto l’extra lo paga il Viminale (di conseguenza i cittadini italiani), e “trucchi” utilizzati dai gestori per trattenere più a lungo gli immigrati.
«Mare Nostrum» è una bestemmia contro la generosità e la solidarietà degli italiani. Troppi tra quegli immigrati che ospitiamo, ben istruiti e consci di trovarsi di fronte ad un Paese prostrato e con le braghe calate, fanno i prepotenti, sfottono e irridono la nostra gente, accampano diritti e pretendono benefici seduta stante.
«Mare Nostrum» è una bestemmia anche nei confronti dei nostri amministratori locali. Le ricadute di «Mare Nostrum» stanno facendo degenerare i rapporti tra istituzioni ed enti locali, tra chi decide a tavolino e chi è teoricamente chiamato ad eseguire; laddove gli immigrati vengono smistati sul territorio come pacchi, ma con tassa a carico del destinatario (lo è per esempio nel caso dell’accoglienza dei minori). Già si fatica (quando non ci si indebita) per far fronte all’ordinaria amministrazione, e in sovraccarico ci si dovrebbe accollare i costi aggiuntivi di una emergenzialità che ormai è costante? La conferma ce la forniscono i recenti orientamenti delle Prefetture che, di fronte all’impossibilità da parte delle amministrazioni locali di far ulteriormente fronte alle richieste di accoglienza, si rivolgono direttamente alle associazioni di categoria degli albergatori per reperire posti letto a costo di mercato (con buona pace di pensionati, disoccupati, cassaintegrati italiani…), oppure avanzano l’ipotesi di requisire strutture/immobili pubblici o privati (com’è successo a Trenzano, provincia di Brescia e a Venezia).
Quelli destinati all’accoglienza sono soldi sottratti agli italiani da amebe scodinzolanti che qualcuno ancora definisce “politici”, che prima firmano accordi internazionali come quelli di “Dublino 2” (dove viene stabilito chiaramente a chi spetta fare cosa in termini di richiedenti asilo), poi battono i piedini e piagnucolano perché l’Europa ci ha lasciati soli, e invocano la somministrazione del prossimo lassativo “Frontex Plus”!
Progetto Nazionale