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DA PIOVEZZANO AL BRANCHETTO È SEMPRE LA SOLITA STORIA – Progetto Nazionale Verona
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DA PIOVEZZANO AL BRANCHETTO È SEMPRE LA SOLITA STORIA

La vicenda dei richiedenti asilo (in realtà 13 “migranti economici” provenienti da Nigeria, Ghana e Benin) al Passo del Branchetto, nel territorio di Bosco Chiesanuova, presso l’edificio che ospitava la vecchia seggiovia – struttura in disuso da 25anni, con tutto quel che ne consegue in termini di inadeguatezza… – è l’ennesima perla della modalità di gestione dell’accoglienza coatta con trattativa Stato-privati; l’immancabile decisione calata dall’alto, sulle teste degli amministratori e dei cittadini; una prassi che allarga le distanze e acuisce la tensione tra il territorio e le istituzioni governative; giustificate e legittime, quindi, le lamentele e le preoccupazioni dei sindaci del territorio, a partire da Claudio Melotti, primo cittadino di Bosco Chiesanuova e Paolo Garra di Cerro V.se.

Recentemente a Piovezzano, frazione del comune di Pastrengo, un episodio ancora più sintomatico; il Commissario Prefettizio dott. Nicola Noviello (subentrato alla guida del Comune a causa della caduta dell’amministrazione Varolo) ha deciso, con la delibera n.31, di locare temporaneamente (fino al 31/05/2018, ma rinnovabile per ulteriori due anni, fino al 31/05/2020) l’edificio dell’ex-scuola ad un soggetto che si proponga per gestire l’accoglienza dei profughi (dalle 15 alle 20 unità), attraverso un bando pubblico.

A nulla sono finora valsi l’intervento e gli sforzi di Andrea Bassi, Vice-Presidente del Gruppo Consiliare Lista Tosi presso il Consiglio Regionale del Veneto.

Nulla interessa, al Commissario Prefettizio, che la struttura sia in pieno centro, vicina a scuola materna, chiesa ed esercizi commerciali; nulla interessa, al Commissario Prefettizio, che della struttura abbia finora beneficiato la Pro Loco che vi organizza manifestazioni varie tra cui il grest estivo; nulla interessa, al Commissario Prefettizio, che la struttura è oggetto di un progetto di riqualificazione del costo di 255mila euro dei quali 179mila già concessi dalla Regione; nulla interessa, al Commissario Prefettizio, che siano state raccolte in loco, in pochissimo tempo circa 700 firme di cittadini contrari a questa scelta.

Quando diciamo Commissario Prefettizio, diciamo Prefettura, quindi Viminale, quindi Governo.

Ecco, appunto, un governo, quello di Renzi, falsamente angelico, ma realmente distruttivo e nemico della coesione sociale, che vuole imporre una generosità collettiva di Stato (quando la generosità è un atteggiamento individuale che dipende dalla volontà del singolo); una generosità collettiva che presuppone che vi sia una delega popolare, visto che viene esercitata grazie al denaro dei contribuenti…ma questa “delega”, esercitata attraverso la costrizione, non è stata ottenuta attraverso alcuna consultazione, né su scala nazionale, né regionale, né comunale.

Accoglienza senza se e senza ma. È la priorità!

A illuminarci sulla reale natura di questa “priorità”, che stiamo subendo, ci pensa il Papa.

In un colloquio con il Corriere della Sera, Bergoglio ha definito i clandestini “il seme miracoloso che consentirà all’Europa di tornare ad essere fertile sul piano demografico“.

Secondo la visione dell’attuale occupante del Soglio di Pietro i clandestini sarebbero paragonabili a Sara, la moglie di Abramo, che ebbe un figlio in tarda età. Secondo lui «’Europa è come Sara, la moglie sterile di Abramo, che prima si spaventa ma poi sorride di nascosto» e la speranza è che l’Europa “sorrida di nascosto” agli immigrati…mentre la stuprano.

«L’Europa deve e può cambiare. Deve e può riformarsi. Se non è in grado di aiutare economicamente i paesi da cui provengono i profughi, deve porsi il problema di come affrontare questa grande sfida che è in primo luogo umanitaria, ma non solo».

Ovvero, visto che non siamo in grado di aiutarli a casa loro, allora facciamoli venire qui (centomila, un milione, un miliardo…non importa) e facciamoci sostituire un po’ alla volta.

Umanitarismo al servizio dell’economia, un’economia usuraia, di sfruttamento e speculazione, mascherata da una verniciatura di morale. È lo spirito del tempo, di questa post-modernità che non risparmia nessuno…ma a cui noi vogliamo/dobbiamo contrastare i disegni e cambiare di segno.

Progetto Nazionale – Verona

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