Un nuovo modo di affrontare il problema immigratorio

Per decenni mass-media e politicanti, soprattutto di sinistra, hanno fatto finta di niente. Ma ora il problema immigratorio sta esplodendo nella sua massima potenza. Il flusso di immigrati (i politicamente corretti li definiscono migranti…) è sempre più inarrestabile.

A farne le spese sono soprattutto i paesi del Sud Europa che, a causa dello scellerato Trattato di Dublino, devono occuparsi oltre che dei numerosi clandestini anche dei richiedenti asilo entrati nel suolo nazionale. Il Trattato infatti prevede la possibilità di fare un’unica richiesta di asilo politico, spetta perciò al paese dal quale entrano nell’Unione occuparsi di queste richieste. Anche se, tanto per non essere sempre pessimisti ed euroscettici a priori, è notizia di queste ore che la Germania ha deciso di sospendere l’applicazione di questa norma per i rifugiati siriani. Forse un primo passo nella risoluzione condivisa da tutti i paesi membri della Ue della questione immigratoria. Staremo a vedere.

Ma, al di là di prospettive future e ad oggi molto lontane, quali possono essere le soluzioni concrete e reali per affrontare, anzi risolvere una volta per tutte, il problema immigrazione? Spesso sentiamo sia nei dibattiti politici che nelle chiacchiere da bar (a volte difficili da distinguere tra loro…) dei fastidiosi lamenti sull’inazione dello Stato nell’affrontare la questione. La sinistra, prona ai dettami del politicamente corretto, zittisce chiunque osi solo parlare di immigrazione con l’etichetta infamante di razzista; la destra, temendo questa censura che immediatamente ti elimina dall’agone politico, si abbarbica tra slogan populistici e politiche blande ed insignificanti. Il risultato è che la normativa in vigore è alquanto ridicola. Sapete qual è il limite di reddito per ottenere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo? 5.830,63€ annui, in altre parole è sufficiente guadagnare 500 euro al mese per ottenerlo! Tutto questo perché l’obiettivo non dichiarato ma reale è uno solo: regolarizzare il maggior numero possibile di stranieri presenti sul suolo nazionale.

Allora non possiamo che rassegnarci, perché tanto dall’alto hanno già deciso di non contrastare l’immigrazione? Eppure, come insegna Guglielmo d’Orange, “Là dove c’è una volontà, c’è una via”. È necessario però uscire dal torpore indotto dall’attuale società dello spettacolo e rimboccarsi le maniche.

Cominciamo dalle piccole cose. Boicottando per esempio tutte quelle attività commerciali multinazionali e comunque non italiane.

Evitando quei locali pubblici in cui è preponderante ed anomala la presenza di personale straniero, assunto magari perché lavora in condizioni non più accettabili dai nostri connazionali

Potranno sembrare cose stupide o banali, ma bisogna sempre partire dai piccoli passi per raggiungere i grandi obiettivi.

In caso contrario, l’alternativa è già scritta: la perdita graduale ma inesorabile della nostra identità etno-culturale.

Alessandro Cavallini

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