A COSA SI RIFERISCE IL CONSIGLIERE PAPADIA

Lettera Aperta

Verona 30 luglio 2013

Oggetto: Dichiarazioni di Salvatore Papadia (Lista Tosi)

Ho letto sull’edizione di lunedì 29 luglio del quotidiano L’Arena (articolo “Le si deve garantire di parlare liberamente”, pag.7), alcune dichiarazioni del Consigliere comunale della Lista Tosi, Salvatore Papadia, in relazione alle polemiche sul Ministro italo-congolese Cécile Kashetu Kyenge.

Un passaggio in tali dichiarazioni mi ha lasciato particolarmente perplesso.

Considerando il fatto che il sig. Papadia è amministratore locale e politico non proprio di “primo pelo”, non capisco cosa voglia intendere quando genericamente afferma «Pur non condividendo il suo pensiero sullo ius soli – personalmente ritengo che debba essere rivista l’attuale legge per dare più garanzie a coloro che maturano il diritto di chiedere la cittadinanza (…)».

A quali “ulteriori garanzie” si riferisce il Consigliere Papadia?

Al netto di menzogne sapientemente evocate e di confusione creata volontariamente sul tema del cambio di codice di nazionalità, egli non può ignorare che già con lo ius sanguinis i diritti degli immigrati non sono negati affatto, anzi la casistica insegna che, in alcuni ambiti, quello sanitario in particolare, sono addirittura maggiori.

Agli immigrati residenti ma privi di cittadinanza, di fatto, manca solo il diritto di votare alle elezioni amministrative. In alcune nazioni, va detto, tale diritto è concesso senza con ciò doversi “naturalizzare” (scelta che personalmente non condivido).

Per evitare di generare ulteriore confusione su di un tema già di per se delicato e al centro di aspre polemiche, il sig. Papadia avrebbe fatto meglio a specificare quali “ulteriori garanzie” vorrebbe concedere agli immigrati privi di cittadinanza.

Colgo poi qui l’occasione, sempre prendendo spunto dalle affermazioni del sig. Papadia, per chiedergli: le garanzie che lei giustamente auspica per il Ministro Kyenge di poter parlare liberamente, le intende estese anche ai singoli cittadini e alle formazioni politiche che del Ministro non condividono le esternazioni e l’operato?

Perché caro Papadia, alla prova dei fatti mi pare che, al di là di qualche dichiarazione dai toni forti e singoli commenti poco educati, la Kyenge sia libera di parlare pubblicamente ovunque (cosa che tra l’altro puntualmente avviene), se poi si pretende che un Ministro non debba essere contestato (cosa che è sempre accaduto e accade anche ad altri suoi colleghi in ambiti diversi) è un altro discorso…ma allora la questione si sposta su alcuni diritti formalmente sanciti dalla Costituzione ma negati nei fatti.

Una certa Legge Mancino (e sue successive integrazioni) è lì a dimostrarlo!

Cordialmente

Luca Zampini

Progetto Nazionale – Verona

Coordinatore provinciale

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