“CASO CAMPEDELLI”, LA SINISTRA MONTA UN CASO

La vicenda delle polemiche sulla presunta rimozione del docente di religione cattolica all’istituto Scipione Maffei, Don Marco Campedelli, mette in rilievo ancora una volta tutta l’arroganza e la propensione mistificatoria della sinistra veronese, oggi galvanizzata dal risultato elettorale alle recenti elezioni comunali.

Secondo la sinistra il professor Campedelli sarebbe stato licenziato dal Vescovo uscente Monsignor Giuseppe Zenti a causa di una sua lettera aperta, in risposta ad una criticata presa di posizione del Vescovo stesso nel pre ballottaggio, lettera che richiamava i fedeli a considerare alcuni aspetti in ordine a famiglia tradizionale, gender ed altro prima di scegliere chi votare tra i candidati Sboarina e Tommasi.

Poco importa la nota ufficiale della Curia che smentisce il presunto licenziamento del docente: «Nessun licenziamento, i contratti sono semplicemente annuali. (…) Non c’è nessuna procedura di licenziamento in corso da parte del Servizio diocesano per l’Irc nei confronti del sacerdote Marco Campedelli. (…) Il professore don Marco è incaricato annuale, con contratto che parte dal 1 settembre dell’inizio dell’anno scolastico e scade il 31 agosto dell’anno seguente. Quindi il professor don Marco Campedelli è ancora pienamente in servizio come docente di religione presso il Liceo Maffei.».

La sinistra non perde occasione ad ergersi a dispensatrice di patentini di moralità! Emblematiche in tal senso le parole della deputata Alessia Rotta: «Avevamo voluto evitare di scendere sul terreno della polemica con il vescovo uscente, Mons. Giuseppe Zenti, ma il licenziamento del teologo e insegnante di religione Marco Campedelli, che la settimana scorsa aveva risposto con franchezza alle indicazioni di voto pro Sboarina espresse dallo stesso Zenti, è vergognosa. Come se non bastasse la lettera di propaganda, il vescovo uscente, caccia dalla scuola un eccellente educatore solo per aver manifestato dissenso. Strumentalizzare la religione e la fede a fini politici, radicalizzare lo scontro, utilizzare la peggiore ideologia non fa bene a Verona. Per fortuna la città ha dimostrato di voler cambiare. Solidarietà a Don Marco con la speranza che il nuovo Vescovo sappia ridare alla chiesa di Verona la dignità che merita”.».

Non cambieranno mai, sempre pronti a puntare il dito, sempre in cattedra a decidere il cattivo di turno da mandare dietro la lavagna, a stabilire l’altrui “agibilità” in seno alla società. Tronfia autoreferenzialità nauseabonda.

La loro libertà si sostanzia nella possibilità, unica, di pensarla come loro.

Ne vedremo delle belle nei prossimi 5 anni di amministrazione Tommasi a Verona, pagliacciate di pastasciutte antifasciste condite d’ignoranza a parte…

Progetto Nazionale – Verona

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