CASO GIACINO

GIUSTIZIALISMO? NO, GIUSTIZIA!

Lettera aperta

Verona, 21 febbraio 2014

 Lo scandalo che di recente ha interessato l’amministrazione comunale di Verona, con l’arresto nelle ultime ore dell’ex vice-sindaco Vito Giacino (approdato negli anni da Forza Italia alla Lista Tosi), ha suscitato, giustamente, aspre polemiche e proteste, soprattutto – ma non solo – da parte delle opposizioni dentro e fuori Palazzo Barbieri.

Gli oppositori chiedono dimissioni, commissariamenti e via sbraitando, gli alleati chiedono, giustamente chiarezza e segnali forti. È comune interesse, della maggioranza in Consiglio comunale, di tutti gli amministratori onesti, degli elettori (compresi i tantissimi che hanno accordato la loro preferenza a Giacino) e dei cittadini veronesi, che su questa grave vicenda di presunta corruzione si faccia luce in fretta e pienamente.

 Non per questo però le eventuali responsabilità di una seppur importante figura della Lista Tosi, possono infangare l’operato della Lista stessa e dei suoi alleati (Lega Nord in primis); e nemmeno ritengo corretto (anche se capisco, fa parte del gioco delle parti) invocare un fantomatico “sistema Verona” o “sistema Tosi” (in senso spregiativo in questo caso), ma correttezza, equilibrio e politica non sempre vanno di comune accordo…

 Mi lascia fortemente perplesso il ragionamento secondo cui, se uno è corrotto e corruttore, allora lo sono anche tutti gli altri che con lui condividono un percorso, un’idea, una passione, e tutto ciò che lo circonda è marcio. Se adottassimo questa logica un po’ perversa e di comodo, allora avrebbe ragione chi (solitamente a sinistra), a fronte di singoli episodi criminosi (spesso più presunti che reali), che vedono coinvolti uno o pochi elementi facenti capo, più o meno direttamente, a questa o a quella sigla, organizzazione, movimento, partito, etc., chiede immediatamente e a gran voce la messa al bando, pene draconiane, esclusione dal consesso civile, e chi più ne ha più ne metta.

Non è il nostro stile. A noi sta a cuore una giustizia giusta, non il giustizialismo.

Per chi viene da un certo percorso politico o comunque ha una estrazione politico/culturale di “destra”, le storture e gli effetti di questa pratica ipocrita – troppe volte subita – dovrebbero essere ben noti. Dimentichiamo in fretta, anche questa d’altronde è una tara nazionale che ci portiamo appresso…

Tanto tempo fa, un vecchio camerata (è un termine per noi ancora attualissimo, che non ha una connotazione ideologica ma comunitaria), con alle spalle un’esperienza politica e di malagiustizia ben più significativa di quella del sottoscritto, mi disse: «la galera è una esperienza che non augurerei a nessuno, ma che consiglierei a molti». Da allora la galera l’ho augurata davvero in pochissimi casi.

Qualche anno di modestissima esperienza politica alle spalle mi ha insegnato a diffidare dell’emotività a comando (e talvolta interessata), e a lasciare che la giustizia faccia il proprio corso, perché non sempre, purtroppo, il territorio giustizia è popolato da galantuomini, indipendenti e ligi solo al proprio ruolo.

Le condanne preventive e per via mediatica, in Italia non hanno mai portato a nulla di buono e sono spesso servite per apparecchiarci banchetti avvelenati (Tangentopoli docet). Sostengo questo in via generale, senza qui riferirmi nello specifico alla questione di Giacino, ma è comunque una regola che spesso aiuta a meglio orientarci.

Proprio per quanto appena esposto, invito il sindaco Flavio Tosi ad essere equanime nel metro di giudizio sia quando si tratta di “amici” sia quando si tratta di persone qualunque, perché gli episodi negativi di cronaca amministrativa ledono l’immagine di Verona non meno di quelli negativi di cronaca politica e sportiva.

Io auspico che Vito Giacino, se innocente, riesca a dimostrarlo, per il bene dell’attuale amministrazione, dei tantissimi che nella Lista Tosi si dannano l’anima quotidianamente e disinteressatamente per il bene della città (a fronte di politiche governative sciagurate che riversano tutti i loro nefasti effetti sugli enti locali), e ovviamente per il bene suo e quello della sua famiglia.

Se risulterà invece colpevole, è sacrosanto che paghi in maniera commisurata alla colpa, secondo quanto stabilito dalla legge.

Luca Zampini

Coordinatore provinciale

Progetto Nazionale – Verona

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