Il trascorrere di questa piovosa estate non ha visto gli Italiani saltare dalla poltrona festanti per esultare di fronte ai successi dell’Italia al Mondiale brasiliano. È venuto meno anche il diversivo, lo scacciapensieri che ci facesse dimenticare per qualche sera ciò che non va.Il tormentone pallonaro è stato soffocato dal famoso discorso di Renzi, in un inglese imbarazzante, in occasione del Digital Venice, un’iniziativa sulle politiche per il digitale.
Le mani ci si infilano sempre più nei capelli e prendiamo una birra dal frigo, sì di quelle avanzateci dai festeggiamenti mancati per i mondiali di calcio e ci mettiamo alla finestra.
In strada un’anziana col carrellino della spesa apparentemente vuoto avanza con un incedere affaticato. Una retina tra i capelli, magrissima, si ferma davanti ai cassonetti e inizia a frugarci dentro.
Magari la sua vita un tempo era felice, magari è stata apprezzata, invidiata, magari le avevano fatto delle promesse. Sembra la personificazione dell’Italia di oggi.
Certo quando Monti, Letta e ora Renzi hanno sfilato davanti alla Merkel con quella sicurezza degna della migliore Claudia Schiffer, era quello che ci promettevano: un’inversione di tendenza e la ripresa di economia e consumi.
E in continuità, spicca una frase recentissima del nostro attuale presidente del Consiglio: “Serve di più un’Europa delle famiglie, non un’Europa della burocrazia”. L’addossare le colpe solo ed esclusivamente all’Europa, quando parlare di burocrazia in Italia equivale ad addentrarsi nel labirinto del Minotauro, è cosa fatta, prima di Renzi, anche da Berlusconi e Letta, tanto che viene il sospetto che nel cassetto della scrivania a Palazzo Chigi ci sia una sorta di Bignami del Presidente del Consiglio, con tutte le frasi ad effetto per imbambolare gli Italiani. Monti no, un professore non ha bisogno di prontuari, ci arriva da sé.
Mentre Renzi si arrabatta per un’Europa delle famiglie e ormai la nostra nonnina ha riempito con chissà quale bendidio il suo carrellino, ci aggiorniamo sui dati diffusi dall’Istat per il 2013. Oltre 6 milioni di Italiani vivono in stato di povertà assoluta. Non riescono cioè ad acquistare beni e servizi che garantiscano loro una vita dignitosa. Secondo l’Istat un Italiano su 10 vive in totale indigenza. Guardando invece alla povertà relativa, quella che colpisce chi ha un reddito basso o comunque difficoltà economiche, sembra essere il problema di una famiglia su 5.
Dati da brivido, confermati da un dossier del Sole 24 Ore che è andato a far luce sulla vita quotidiana di questi milioni di poveri Italiani. È chiaro che i primi ad andarsene sono i divertimenti, quindi chi andava a cinema e teatro ora non lo fa quasi più.
Il problema però sono le spese alle quali si deve far fronte per forza, come quelle relative alla salute.
Si va molto meno dal dentista e sembra che dal 2005 ad oggi le prestazioni odontoiatriche siano diminuite di 1milione.
Segnalazioni inquietanti sono arrivate anche dalla Coldiretti in merito al consumo di frutta e verdura che sarebbe diminuito del 30%. L’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) raccomanda che in estate si consumi mediamente più di un chilo di frutta e verdura al giorno per famiglia, ma gli Italiani sono ben lontani dall’attenersi a questa raccomandazione. Se calano i consumi anche la produzione viene penalizzata in un settore nel quale l’Italia è sempre stata leader europeo.
Estate è tempo di vacanze ma non secondo i dati di Federconsumatori per i quali quest’anno solo un italiano su tre andrà in vacanza, parliamo del 31% e questo è un dato che mostra chiaramente il disagio economico della popolazione. Preoccupanti anche le dichiarazioni di Bernabò Bocca il presidente della Federalberghi e Confturismo: “Il mercato interno continua a scontare le difficoltà economiche e la ridotta capacità di spesa che affliggono i nostri connazionali. Ciò accresce la sofferenza di quelle località e di quei segmenti di mercato popolati in prevalenza da clientela italiana. La volubilità del mercato si ripercuote anche sull’occupazione, con le imprese costrette a privilegiare assunzioni a tempo determinato per contenere i costi fissi ed inseguire una domanda altalenante”.
La crisi economica nel mondo del turismo viene anche da Lampedusa, dove i Tour operators dichiarano di essere stati letteralmente abbandonati dalle istituzioni, a far fronte ad una crisi economica derivante dagli innumerevoli ed incessanti sbarchi di immigrati sull’isola, che hanno portato ad una svalutazione di questa e una grande crisi economica per la popolazione che vive esclusivamente di turismo.
I Lampedusani erano citati in tutti i telegiornali per il grande cuore e spirito umanitario mostrato nei confronti degli immigrati, ora che Lampedusa è economicamente bloccata non se ne parla più.
Questa incessante immigrazione ha portato in generale disagi economici anche e proprio a chi vive di turismo, con il fenomeno dei venditori ambulanti abusivi, che si aggirano per le spiagge d’Italia, esasperando bagnanti e negozianti. Sembra infatti che borse e occhiali di questi venditori siano parte di un mercato in nero da milioni di euro, a danno di chi il commercio lo esercita regolarmente.
E mentre Renzi brinda a Maputo con il Presidente del Mozambico Armando Guebuza, dopo avergli assicurato grande disponibilità per una cooperazione internazionale fatta di investimenti, dove l’Italia farà la sua parte, apprendiamo dal dossier del Sole 24 Ore che non è tutto perduto e un aumento di consumi almeno in un settore c’è stato: quello del disagio psichiatrico, cresciuto, secondo il dato, del 54%.
In questa vorticosa e tristissima girandola di dati a dir poco disastrosi, viene da pensare che lo sconforto, il disorientamento e le molteplici privazioni, abbiano tolto agli Italiani la capacità atavica di ridere di sé stessi, se per recuperare un minimo di equilibrio e serenità si guarda sempre più spesso a una pastiglia di psicofarmaci.
Emma Stepan
Reply
|
Forward
|