DESTRA TERMINATOR

Lucido e ficcante come sempre Gabriele Adinolfi nel suo recente articolo “Destra Terminator”, in cui offre una chiave di lettura alternativa alle recenti stragi di Oslo e Utoya, e alla figura di Anders Behering Breivik, lo stragista reoconfesso. Da leggere e meditare con attenzione. Come sempre.Difficilmente vi troveranno affinità interpretative i seguaci di Orianna Fallaci, di Marcello Pera, ma anche di Mario Borghezio o Magdi Cristiano Allam e i neocon di tutte le latitudini. Buona lettura.

DESTRA TERMINATOR

Scritto da Gabriele Adinolfi

Mercoledì 27 Luglio 2011

Storia e prospettive di un’evoluzione psicotica

Nel 1999 mi trovavo ancora in Francia e sostenevo il “Comité non à la guerre” animato da Alain de Benoist che riuscì ad esprimere un’opposizione larga e trasversale ai bombardamenti Nato su Belgrado.

Contemporaneamente si faceva strada negli ambienti delle destre più estreme un’ideologia vagamente neo-con, fanaticamente anti-islamica, propugnata in primo luogo da due intellettuali: Guillaume Faye e Alexandre Del Valle. Questa nuova ideologia si riassumeva nei seguenti ragionamenti. L’immigrazione veniva letta come un’invasione islamica programmata dai Mullah; lo scopo dei musulmani sarebbe stato quello di sgozzare gli infedeli, cioè tutti noi. Di fronte a questa invasione si sarebbe dovuto formare un quadrato occidentale, difendendo il “giudeo-cristianesimo” minacciato (cui in verità Faye suggeriva d’imporre un’occulta aristocrazia pagana). Gli americani, fino ad allora considerati avversari, diventavano improvvisamente dei semplici concorrenti, mentre il nemico diventava l’Islam. Israele di colpo si scopriva essere avamposto dell’occidente minacciato e il sionismo diventava nostro amico oggettivo.

Una raffica di repliche

Replicai subito e contrastai ovunque possibile questa deriva. Feci notare immediatamente quanto segue. In primis che il fanatismo islamico – che in ogni caso esiste – e l’odio per gli infedeli erano, e sono, più un fenomeno identitario di sponda che altro, essendo divenuto il pretesto per la rabbia di qualche banda di banlieue, composta da francesi di seconda o terza generazione, quindi sradicati e perciò in cerca di radici robuste da ostentare. (Insomma più una faccenda psicosociologica prettamente occidentale che non religiosa ed esotica).

Soggiunsi che le comunità islamiche in occidente sono quasi ovunque più moderate che non estremiste. Rimarcai che la componente musulmana nell’immigrazione non è così schiacciante, essendovi moltissimi immigrati cristiani, magari africani, e anche centinaia e centinaia di migliaia di cinesi.

Obiettai che l’equazione Islam=immigrazione, oltre a essere infondata finiva col facilitare proprio l’immigrazione di massa che, contrastata su fronti errati, veniva di fatto avvantaggiata e banalizzata, in quanto di colpo accettabile e potabile purché non sia djihadista. In altre parole si forniva all’immigrazione massiccia un inedito lasciapassare.

Aggiunsi le seguenti considerazioni. Innanzitutto la strabiliante contemporaneità tra queste illuminazioni intellettuali e la teoria dello “Scontro delle civiltà” propagandata dalla Casa Bianca.

Quindi i legami strettissimi che le formazioni djihadiste più forsennate avevano – e hanno – con le centrali atlantiche e i santuari di cui i loro leaders godono in occidente (ne hanno in Usa, in Inghilterra, in Svezia). Misi l’accento sull’aggressione energetica all’Europa in atto fin dagli inizi degli anni Novanta e sulla funzionalità a tale strategia anti-europea di questa versione di ideologia neo-con “identitaria”. Insistei rammentando la ripetuta subalternità di parte dell’estrema destra, specie oltralpe, al potere americano e il suo ruolo anti-europeo e, di fatto, anche anti-nazionale.

Un ruolo evidenziato nelle retoriche anti-europeiste e anti-euro di vari ambienti ultrà. E conclusi affermando che chi seguiva il discorso di Faye e di Del Valle sarebbe stato una pedina atlantista e un moltiplicatore fattuale dell’immigrazionismo.

Il paradiso in terra

La deriva non si arrestò, anche se non travolse tutti.

A favorirla ci fu un equivoco di fondo, la presunta furbizia di chi declama(va) quelle demenze.

In molti Paesi d’immigrazione, e in Francia in particolare, la situazione ha superato il limite di guardia e quelle società sono divenute la summa di un insieme di razzismi incrociati che convivono sulla falsa riga di un meticciato culturale fatto di plebi Mc Donald’s/Nike, con tanto d’imbarbarimento sociale, valoriale e linguistico. In sovraggiunta la gestione di quelle società declinanti è affidata a commissari di un politicamente corretto che si fonda su di un razzismo anti-bianco accompagnato da un razzismo anti-maschio. Questo ha fatto dei proletari bianchi, specie se maschi, dei veri e propri paria, dei reietti i cui diritti sono continuamente calpestati, costretti a cedere il passo a tutti, a cominciare dagli ultimi arrivati.

Il mascherare l’indignazione dietro il paravento di uno “scontro di religione” ha illuso molti di poter così aggirare le proibizioni e i divieti e di poter presentare il problema in modo accettabile.

Nulla di più errato; la critica all’immigrazione e alla gestione iniqua della società democratica è rimasta bollata come “razzista”, così come tale è diventato il distinguere tra confessioni.

E, proprio come avevo paventato, l’inferno migratorio con tutte le sue variegate vittime è diventato accettabile purché non si avvicini alla Djihad.

Alla corte di Tel Aviv

Intanto, di slittamento in slittamento, buona parte della destra estrema, specie nel nord Europa, ha iniziato a corteggiare Tel Aviv. Fino al punto che la English Defense League ha preso a fare manifestazioni con la bandiera israeliana. Vari deputati ultrà europei se ne sono andati recentemente in tournée presso lo Stato ebraico, dove sono stati accolti senza alcun entusiasmo da dei semplici uscieri, così come in effetti si meritavano. Di rinnegamento in rinnegamento si sono espresse anche posizioni “resistenzialiste” con fughe sinistre, in particolare in Francia dove alcuni gruppi “identitaires” e di cani sciolti hanno alternato incontri con la destra ebraica a deposizioni di corone ai partigiani, come è avvenuto nel maggio 2010 nel Vercors.

Insomma la subalternità di alcuni è diventata imbarazzante e meritevole di risposte psicoanalitiche. Se non fosse per il fatto che da diversi anni in qua attentatori pazzi, di diverse estrazioni ideologiche e religiose, subito prima dei loro atti si trovavano proprio in cura da psicanalisti, il che getta un’ombra di sospetto sull’efficacia di certe terapie se viste da altre ottiche che non quelle dei provocatori che rispondono alle centrali dominanti.

Insomma la parabola di queste illuminazioni e delle loro contaminazioni, a dodici anni di distanza, avrebbe potuto essere riassunta così: un’epidemia di meningite che ha devastato buona parte delle destre estreme, specie nel nord del continente, trasformandole in destre terminali scodinzolanti dietro Mangiafuoco. Sarebbe stato già abbastanza, ma ora c’è il forte rischio di passaggio allo stato androide, ipnotico e pericoloso di destre terminator.

La svolta di Oslo

Non sappiamo se il signor Breivik sia davvero l’autore delle stragi di Oslo così come afferma con la sua mitomania esibizionistica. Di sicuro sappiamo che vi ha partecipato, non si sa esattamente se lo abbia fatto in modo decisivo o, in realtà, marginale, mentre dei professionisti che non saranno mai identificati effettuavano la mattanza chirurgica di una folla norvegese.

Sappiamo però che l’humus del suo mentale e del suo ideologico, fatto di suprematismo, di mitologia Wasp, di fondamentalismo religioso, di simpatie sioniste e di seduzioni massoniche, risponde appieno a quella stortura che vado denunciando da quando, dodici anni fa,  iniziò ad  essere proposta tra le destre estreme.

E sappiamo anche che la Casa Bianca ha deciso da poco di “giustiziare Bin Laden”, ovvero di preparare l’abbandono dell’Afghanistan. Sappiamo che ha scatenato la “primavera araba” nell’intento di stabilire una linea di spartizione con la Cina in Africa, di distanziare ancor più il mondo arabo e le sue fonti energetiche dall’Europa e di moltiplicare all’ennesima potenza le migrazioni da sud verso il nostro continente. Anche per facilitare il progetto cinese di spopolare gran parte dell’Africa in cui si dovrebbero trasferire in meno di vent’anni la bazzecola di quattrocento milioni di contadini provenienti dal Celeste Impero.

Sappiamo che la trimurti atlantica (Washington, Londra, Tel Aviv) cui da poco si è aggiunta Parigi sempre più lontana da Berlino, sta proteggendo e foraggiando il narcostato del Kosovo che è a sua volta santuario di terroristi islamici, in particolare salafiti.

Ne deduciamo, senza troppo sforzo, che Oslo segna una svolta. Sembra proprio prepararsi la logica degli opposti fondamentalismi.

I perché delle stragi

Le stragi sono importantissime per gli effetti miliardari che producono in borsa, e rappresentano al contempo prove muscolari tra potenze che si colpiscono per interposti  psicopatici, a volte convinti di far tutto da soli.

Le stragi servono peraltro a mantenere stabili in sella le oligarchie quando le evoluzioni sociopolitiche e quelle economiche non sono propriamente foriere di grande popolarità.

Oggi il disegno sull’Europa è palese. Esproprio delle sue ricchezze e distruzione delle sue società.

Nella crisi dilagante, crisi economica, morale, sociale, esistenziale, il collante principale è il Terrore.

E poiché il disegno è precisamente quello di accelerare la costituzione di un agglomerato sociale fatto di sradicamenti, di tensioni, e, soprattutto, di abbandoni di identità, in altre parole avviato allo sterminazionismo delle civiltà e di parecchie etnie, nulla può tornare più utile ai piccoli architetti dell’uniformeverso che non lo scontro tra fondamentalisti. Ovvero tra psicopatici allucinati che usurpano simboli, temi, miti e storie di culture e civiltà e, tramite le loro azioni nefaste e stolide, le condannano a perire nell’emarginazione sterile, ai margini delle sabbie mobili della palude global in salsa Wasp. Perché quello che dice il messaggio stragista incrociato è semplice: vuoi vivere in pace? Allora diventa un ibrido e abbandona ogni riferimento che non sia annacquato.

Ovvero: consuma e consumati ma non essere e non rappresentare alcuna essenza.

Attenzione

L’utilizzo di parte della destra terminale in questo gioco al massacro rappresenta dunque un passaggio storico nella strategia di manipolazione in atto dal 1999.

Va anche detto che l’efficacia dell’epidemia meningitica è stata nettamente superiore a nord che non a sud. In Italia le suggestioni psicotiche sono un fenomeno ancora isolato, di poca consistenza, probabilmente di difficile presa, anche se serpeggia, specie nei forum ove, generalmente, imperano soprattutto gli idioti e i repressi.

Tuttavia è necessario vigilare attentamente, qui e soprattutto nel resto d’Europa.

Perché se la meningite è una brutta malattia e se il servilismo scodinzolante che essa ha determinato o quanto meno incoraggiato qua e là è cosa imbarazzante, va detto che ora il quadro è cambiato.

Sicché gente che ragiona in quel modo non è più solo deleteria, non mette solo in pericolo l’incolumità propria e di chi la circonda, non è più solo potenzialmente foriera di psicopatia sanguinaria, ma è chiaramente al servizio del nemico. Bisogna esserne pienamente coscienti e trarne le conseguenze.

Fonte: Noreporter

Check Also

“CASO CAMPEDELLI”, LA SINISTRA MONTA UN CASO

La vicenda delle polemiche sulla presunta rimozione del docente di religione cattolica all’istituto Scipione Maffei, …