I COSTI INSOSTENIBILI DI UN’IMMIGRAZIONE INCESSANTE

Secondo il ministero dell’interno, ad oggi sono sbarcati sulle coste Italiane più di 85.000 immigrati. Parliamo di circa 15.000 persone al mese.

I media affiancano sempre a questi continui sbarchi, il lavoro instancabile dei militari delle Capitanerie di Porto e delle Forze dell’Ordine, che si adoperano per recuperare i “disperati” dai barconi, registrarli e collocarli nei centri di accoglienza.

E se non si sapesse che stiamo in effetti vivendo una situazione molto difficile, a leggere certi articoli, si potrebbe erroneamente pensare che stanno parlando dell’ultimo episodio di Baywatch.

E’ un sorriso amaro quello che voglio strappare perché prima ancora che gli immigrati mettano i piedi sulle nostre coste, ci troviamo a sostenere spese che per il nostro paese sono davvero una spina nel fianco .

Il salasso principale viene dall’operazione Mare Nostrum che inizia nell’ottobre del 2013. I corpi coinvolti nell’operazione sono Marina, Esercito, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Polizia. La Marina impiega per questa operazione mezzi costosissimi quali la nave anfibia San Giusto, 2 fregate Classe Maestrale con elicotteri, due pattugliatori con elicotteri, due elicotteri, un velivolo P180 con dispositivi ottici ad infrarosso, una nave mototrasporto costiero per supporto logistico e una rete radar costiera.
L’operazione Mare Nostrum costa all’Italia 300 mila euro al giorno. E i nostri immigrati ancora non sono sbarcati.

Quando arrivano ai centri di accoglienza è già tutto organizzato. Una comunicazione scritta del Ministero dell’Interno ha raggiunto le varie prefetture ad informare sindaci e commissari straordinari di comuni e province che di lì a poco dovranno ospitare un certo numero di migranti. Non ci sono alternative e sulla circolare lo si legge chiaramente: ” si precisa che dovranno essere assicurati a tali migranti vitto, alloggio e ulteriori prestazioni (gestione amministrativa, assistenza generica , servizio di pulizia fornitura di biancheria e abbigliamento, prodotti per l’igiene..)”. Si legge anche che i sopracitati servizi possono essere modificati. Viene chiaramente specificato che l’unica clausola invariabile e imprescindibile è quella relativa al corrispettivo massimo giornaliero, che per ciascun immigrato varia dai 30 ai 50 euro, per un costo totale di 9 milioni di euro al mese.

Nonostante i costi elevatissimi, c’è ancora chi non è soddisfatto. Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti si sta adoperando affinché altri fondi vengano stanziati per l’immigrazione. Si parla di non meno di 130 milioni di euro , ” Saranno utilizzati per i centri di accoglienza temporanei e per quelle attività necessarie ad assistere gli immigrati appena sbarcati”. La Pinotti parla anche di un diverso rapporto con la Libia e del coinvolgimento dell’Onu per fermare gli sbarchi, ma nelle sue parole prevalgono i “si potrebbe” mentre lo stanziamento dei fondi sembra già un dato di fatto.

Immigrazione molte volte va di pari passo con delinquenza e se guardiamo ai numeri, nel 2012 le carceri italiane ospitavano ben 23.773 detenuti stranieri. Ovviamente, a causa dei continui sbarchi questo numero è aumentato e nel frattempo il mantenimento di questi detenuti ci costa tre milioni di euro al giorno. Se rimpatriassimo i detenuti stranieri nei loro paesi d’origine, risparmieremmo una bella fetta di risorse economiche.

Un altro problema e un’altra inutile spesa a danno del nostro paese sono gli assegni sociali mensili di cui godono gli immigrati over 65. Parliamo di ben 327.190.500 euro all’anno e per ottenere questo sussidio mensile che si aggira intorno ai 487 euro, basta provare di essere residenti in Italia. Unico debole motivo per perdere il sussidio è fuoriuscire dall’Italia per un periodo superiore ad un mese. Lo dice la legge ma sappiamo che una volta fatta la legge, l’inganno è subito scovato. E quindi via a residenze fittizie, permessi di soggiorno contraffatti , utenze fantasma per far credere che si è residenti e continuare a prendere il sussidio anche quando residenti non lo si è più.

Spese, spese e ancora spese a carico di Italiani in ginocchio che faticano a portare il pane in tavola. Già e quando si è a tavola, davanti alla tv si può incappare in una campagna pubblicitaria del Cir ( Consiglio Italiano dei rifugiati) che, mostrando immagini di bare, anche di infanti, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del diritto d’asilo. E mentre il cittadino medio si sente quasi in colpa per il pane che sta per mangiare, ecco che appare il numero di telefono per sostenere l’attività del Cir.

Volendo fare la somma di tutte le spese sostenute dallo stato italiano per l’immigrazione, otteniamo una cifra che si aggira intorno ai 12 miliardi di euro l’anno, valore confermato anche da una ricerca della Fondazione Leone Moressa, uno dei più attenti centri studi sull’economia della migrazione.

I soldi per l’immigrazione sembrano non bastare mai ma mi chiedo se ci sia un tornaconto, se tutto questo lavoro attorno agli immigrati, questa pressione mediatica, sia perché essi in fondo sono una risorsa.

No e lo dice l’OCSE ( Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo), l’immigrazione non porta alcun beneficio finanziario al paese ospitante. Da uno studio effettuato sul fenomeno migratorio degli ultimi 50 anni, sembra che le tasse che pagano gli immigrati corrispondano ai benefit che ricevono. I risultati di questo studio dicono anche che contribuiscono meno rispetto alla popolazione autoctona, ma soprattutto fanno diminuire la ricchezza pro-capite e aumentare il crimine. Insomma più immigrati arrivano più la popolazione autoctona si impoverisce, il mare diventa sempre meno nostrum e lo diventano invece i problemi causati dagli sbarchi.

“Se si chiamano rifugiati vuol dire che fuggono da qualcosa ma il buon cuore per accoglierli non basta e bisogna avere il coraggio di dire quando sono troppi e di intervenire nei loro paesi per costruire lì una società migliore”. Sono parole del Dalai Lama che non è precisamente una delle mie fonti abituali e che per queste parole si è beccato del razzista. Ma scendiamo dalle montagne tibetane perché dalla regia mi dicono che esiste un elemento risolutore. Si tratta di Angelino Alfano, che al grido di “basta orde di vu cumprà”, sul finire dell’estate, ha dato vita alla direttiva “spiagge serene”. L’ ultima volta che è stato usato l’aggettivo “sereno”, qualcuno l’ha presa dove sappiamo.

Infatti Alfano con le sue “orde di Vu Cumprà” ha scatenato l’ira del Pd e di Sel per aver utilizzato termini razzisti contro gli immigrati ambulanti. Razzista Alfano, razzista il Dalai Lama, non si salva più nessuno.

Ma mentre tutti si stracciano le vesti per l’oltraggioso termine, usato tra l’altro da sempre, voglio citare quanto scrive il Corriere (12/08/2014) in merito ai nostri immigrati ambulanti :” Dal 1 gennaio 2013 al 30 giugno 2014 sono complessivamente oltre 87,5 milioni i prodotti contraffatti sequestrati. Di questi, quasi un terzo (25,5 milioni) riguardano i settori del tessile e dell’abbigliamento; 16,5 milioni sono invece i giocattoli, 8,7 milioni i prodotti di elettronica, informatica e audio-video, 6,3 milioni i farmaci. Nello stesso periodo sono state eseguite 69.045 operazioni anti-contraffazione che hanno portato a 25.832 sanzioni amministrative, 12.521 denunce e 655 arresti.”
A parte il tormentone estivo sui “vu cumprà”, che sembra più un goffo tentativo di allontanare l’attenzione dal problema principale, rimane il fatto che, a causa dell’immigrazione sempre più massiccia, spendiamo un sacco di soldi per non ottenere nulla, forse delle nuove malattie.

Ma non importa ora sono tutti impegnati contro i ” vu cumprà” da un lato e contro coloro che sono contro i “vu cumprà” dall’altro, fino a quando si troverà un argomento più serio,ma molto più serio, che questa volta, oltre al ministero dell’interno, potrebbe veder coinvolto il ministero della sanità.

Massimo Piubello

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