Verona, 7 gennaio 2019
Da giorni imperversano sui media non solo locali ma anche nazionali (ultimo in ordine cronologico Il Corriere della Sera, con un irricevibile Gian Antonio Stella ed un mellifluo Paolo Mieli) le polemiche per la lodevole iniziativa dell’associazione veronese Nomos in ricordo di Jan Palach, a cui sarà dedicato un concerto il prossimo 19 gennaio con alcune tra le migliori espressioni della cosiddetta Musica Alternativa.
La Sinistra (maschera caricaturale di se stessa o reale espressione della sua intima natura?) alimenta polemiche e forzature di cattivo gusto a fronte del martirio del giovane boemo Jan Palach, emblema del sacrificio per la libertà contro la sopraffazione armata del comunismo; sì del comunismo, perché Jan, nato nel 1948, il tallone sovietico conobbe, e a quello si ribellò con un gesto tremendamente simbolico – ispirato al sacrificio del 70enne monaco vietnamita buddista Thích Quảng Đức, immolatosi a Saigon nel 1963 per protestare contro l’oppressione della filosofia religiosa buddhista ad opera dell’allora governo cattolico – , seguito poi da altri, non solo in Cecoslovacchia.
Quella che qui definiremo destra politica, per semplificazione espressiva e intesa nelle sue più ampie espressioni, è ampiamente legittimata a ricordarne la figura, senza subalternità alcuna rispetto alla Sinistra pronta ad impartire lezioncine di storia e moralità su tutto e a tutti, onde non perdere un monopolio “culturale” e comunicativo che mostra le sue crepe giorno dopo giorno.
La destra musicale (ricordiamo “Jan Palach” del Gruppo Padovano di Protesta Nazionale poi Compagnia dell’Anello), e nello specifico quella veronese (con la struggente “Primavera ‘68” degli ZPM), cantò di Jan Palach – non lo fece solo Guccini, cari sinistrati e pacifinti inaciditi – e del suo sacrificio per la libertà dal comunismo sovietico (così come d’altronde aveva fatto per la rivolta di Budapest, uno tra tutti Leo Valeriano), che allora si palesava come un rischio concreto per l’Occidente europeo.
Del martirio dell’Est, di libertà e di Europa continueremo a dibattere, a raccontare, a cantare, oltre gli steccati dei gendarmi della memoria.
Luca Zampini
Coordinatore provinciale – Progetto Nazionale
Bravo Luca! Ottime ed intelligenti precisazioni. Ciao.