27 aprile 2021
Lo confesso, ho peccato. Devo fare ammenda. Con imperdonabile ritardo scopro solo in queste ore dell’esistenza di una sigla del panorama politico nostrano avente nome Buona Destra. Letto così mi pare un eufemismo per significare più propriamente “la destra che tanto piace alla sinistra”. Credo trattarsi, a buon titolo, di quel tipo di destra che ispirò agli inglesi il conio del verbo to badogliate, la destra del 25 luglio e dell’8 settembre (e ovviamente del 25 aprile).
Quale sia la funzione di questa destra, oggi, quando c’è già un Pd ad esprimere analoghe posizioni ed analoghi concetti, obbiettivamente mi sfugge.
Basta leggere la recente apologia della cosiddetta “liberazione” scritta dalla Buona Destra e confrontarla con l’altrettanto recente polemica del Pd veronese contro il Sindaco Sboarina per il suo discorso durante la cerimonia del 25 aprile, per capire che l’humus politico-culturale è sostanzialmente il medesimo.
In riferimento alla suddetta polemica mi incuriosisce l’affermazione, non chiaramente motivata (non dico sotto il profilo storico, ma nemmeno sotto quello logico), per cui sarebbero da ascriversi tra i “caduti per la libertà” le vittime dei bombardamenti. Bombardamenti effettuati da chi? Dagli alieni? Dagli Ufo? Magari dai tedeschi? O forse dai cosiddetti alleati? Meglio non dirlo…
Ora sappiamo che la cinquantina circa di vittime dei bombardamenti del 28 marzo del 1944 – con la distruzione di gran parte del quartiere di Porto San Pancrazio – morirono, a loro insaputa, in nome della libertà per mano dei “liberatori”.
Mi è sempre risultato stonato il concetto del liberatore che ti ammazza per liberarti.
Così come ho sempre pensato che il mestiere che meglio si addice a chi considera un liberatore chi ti riempie il territorio di basi militari è quello del lustrascarpe.
Luca Zampini
Progetto Nazionale – Verona