Verona, martedì 2 settembre 2014
A fronte dell’ennesima e prevedibile calamità che ha colpito una parte del territorio montefortiano la notte di domenica 31 agosto, col cedimento dell’argine dello scolo Mutti per le abbondanti piogge, vogliamo qui offrire la nostra modesta, ma crediamo oggettiva e realistica, disamina delle problematiche che portano costantemente al verificarsi di gravi danni e disagi a fronte di forti e concentrate precipitazioni piovose.
Le problematiche a livello di sicurezza idrogeologica del nostro Comune sono dovute principalmente all’acqua piovana che scende dalle nostre colline in modo molto sostenuto riversandosi nelle strade a causa:
– di una pluriennale mancata o inadeguata pulizia dei fossi e delle cunette di scolo dei terreni;
– dell’intubamento molti fossati, sia a monte che a valle, con la scusante che con tale “soluzione”: a) si rendeva possibile il passaggio da alcune strade dei trattori b) allo stesso tempo si rendeva utilizzabile più terreno per le colture c) i terreni erano più accessibili ai mezzi per i lavori;
– dalla costruzione selvaggia di molti quartieri.
Dove non arrivava a far danni la natura, ci ha pensato il “dio denaro”, in ossequio al quale, con l’intubamento di molti fossati a valle, si sono rese edificabili anche zone che molti anni fa nelle mappe catastali erano identificate come zone paludose…
La mancata pulizia di questi scoli intubati e i soliti lavori dati in appalto a consorzi vari ha fatto il resto.
Molti dei fossati che sono intubati sono praticamente pieni di terra, sassi e pezzi di legna, che tappano il corretto deflusso delle acque.
In passato tutti i contadini avevano nei loro terreni dei fossi e delle piccole ma efficacissime buche dove la terra che scendeva assieme all’acqua decantava, rendendo l’acqua stessa che scendeva a valle più fluida e pulita. Oggi tutto questo non c’è più e ne paghiamo tutti le conseguenze, con i tombini che saltano, con l’acqua e il fango che invade le strade del paese, i vigneti, i garage e le cantine delle abitazioni!
Come accade purtroppo assai spesso in Italia, quando le colpe sono plurime, finisce poi che la responsabilità non è di alcuno.
Crediamo che le colpe siano da suddividersi tra i diversi consorzi addetti alla pulizia, le varie amministrazioni che si sono susseguite alla guida di Monteforte (con le loro responsabilità tra mancati controlli, concessioni edilizie, etc.), e più d’un coltivatore molto furbo.
Bisognerebbe riprendere in mano il mappale dei fossati presente in comune, avere la forza e la voglia di rimetterci mano,così probabilmente molti problemi si potrebbero eliminare.
Purtroppo Monteforte d’Alpone dopo l’alluvione del 2010 ha subito uno shock talmente grande che ogni volta che succedono questi avvenimenti la gente cade nel panico…ed è più che comprensibile per chi s’è ritrovato più di un metro di acqua lurida nelle abitazioni; ma gli avvenimenti verificatisi in questi mesi (che stanno creando parecchi problemi) sono molto diversi dalla calamità dell’alluvione di allora.
Per quel che riguarda i fiumi Alpone e Chiampo sono stati trovati i fondi per le opere che dovrebbero portare in sicurezza la zona di Monteforte e di Soave; i lavori partiranno a breve e riguarderanno alcuni punti della provincia di Verona e di Vicenza, dove verranno create delle zone di bacino a monte di questi fiumi e verranno aumentate le cubature di bacini esistenti, di conseguenza non si dovrebbero più verificarsi (il condizionale resta d’obbligo) certi eventi disastrosi.
Un vecchio adagio contadino recitava così: «Fossi e calzagne iè la salvessa delle campagne!». A buon intenditor…
Progetto Nazionale – Verona
Circolo Valdalpone