Sona, Venerdì 4 aprile 2014
Sabato 5 aprile il Consiglio comunale di Sona si riunirà e tra i vari punti all’ordine del giorno c’è l’assegnazione della cittadinanza onoraria ai figli minorenni degli immigrati su “proposta” del Consiglio comunale dei ragazzi, in sintonia con la campagna Unicef Italia IO COME TU in materia di indirizzi scolastici per l’integrazione dei giovani immigrati.
Il Circolo “Zona Lago” di Progetto Nazionale, nella persona dell’ex Consigliere comunale Matteo Tinelli, ha protocollato la seguente interpellanza.
Coordinamento provinciale
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Sona 04/04/14
Alla cortese attenzione Sig. Sindaco di Sona Gianluigi Mazzi
Sig. Presidente del Consiglio Comunale di Sona Roberto Merzi
Sig.ri Consiglieri Comunali di Sona
Oggetto: Assegnazione Cittadinanza Onoraria
Appresa l’intenzione di questo Consiglio Comunale di assegnare (nemmeno di discutere, ma di assegnare) la «cittadinanza onoraria a cittadini stranieri minorenni residenti nel Comune di Sona», su proposta (non sappiamo quanto spontanea) del “Consiglio comunale ragazzi” (in adesione alla campagna UNICEF Io come tu), ci chiediamo e vi chiediamo quale logica soprassieda a questa apparente innocente iniziativa?
Premesso che la “cittadinanza onoraria” è una onorificenza concessa (raramente e non regalata), per impegno, atti e opere meritorie e di rilievo, a personalità anche non legate al Comune per nascita, già qui si rileva un insegnamento diseducativo verso i più giovani.
L’iniziativa in oggetto, fatta salva l’innocenza e l’inconsapevolezza dei ragazzini, ci pare occhieggiare pesantemente alle lezioni morali, alla protervia e alla filosofia mistificatrice dell’ex Ministro all’Integrazione (sig.ra Cécile Kyenge) e dell’attuale presidente della Camera dei Deputati (sig.ra Laura Boldrini).
Non vorremmo si usassero strumentalmente dei ragazzini per intorbidare le acque in materia di cittadinanza e nazionalità (che non sono sinonimi!), con un percorso di “integrazione” costruito su acquisizioni burocratiche automatiche, quando invece integrare non è cosa da poco, non è un atto artificiale e privo di senso.
Si integra chi ha dato molto alla Nazione della quale vuol far parte, e si integra soprattutto in un lungo e lento percorso che necessita più generazioni e che coinvolge una lingua, una sonorità, un lessico, una costruzione del pensiero, un modo di pensare, di ragionare, di gesticolare, di bere, di mangiare, di sentire, di percepire.
Una Nazione non è una sorta di club per le vacanze, ma è qualcosa di troppo importante e complesso da poterlo ridurre ad un insieme di dati razionali, come ben sanno i cosmopoliti e i nemici dell’identità, che per questo hanno in odio i doveri, i riferimenti precisi, i vincoli, la continuità e i radicamenti.
Non giochiamo sulla pelle dei più giovani forzando (anche se solo simbolicamente) le tappe di un cammino che deve essere consapevole e condiviso, buttando tutto in vacca con iniziative demagogiche, giocando sul piano di un pietismo e di un buonismo tanto melensi quanto sciatti.
La posta in gioco è il comune avvenire.
Cordialmente
Matteo Tinelli